Svizzera

Tentò di avvelenare la figlia, infermiere rimarrà in prigione

Il Tribunale federale ha confermato il rifiuto alla richiesta di liberazione dell'uomo, un 45enne in carcere da 6 anni, precedentemente condannato dal Tribunale di Zurigo

(Ti-Press)
8 marzo 2018
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Un infermiere zurighese che tentò di avvelenare la sua figlioletta neonata nel 2011 rimarrà in prigione. Il Tribunale federale ha confermato il rifiuto di una richiesta di liberazione dell’uomo. Nel 2011 e nel 2012, l’uomo aveva somministrato alla bambina a quattro riprese il tranquillante Temesta e una volta dell’insulina. Il detenuto, oggi 45 enne, si trova in carcere dal 20 gennaio 2012. Il Tribunale cantonale di Zurigo lo aveva condannato a metà dicembre 2015 a una pena privativa della libertà di 16 anni, riconoscendolo colpevole di ripetuto tentato omicidio intenzionale e lesioni qualificate semplici. Ora la Corte federale ha annullato la sentenza zurighese dello scorso novembre e rinviato il caso alla giustizia cantonale. Non vi è però alcun dubbio sul fatto di non rilasciare l’uomo, che sta scontando un’esecuzione anticipata della pena. La detenzione effettuata fin’ora è ancora lontana dall’esecuzione della condanna che ci si può attendere, scrive il Tribunale federale nella sua decisione pubblicata oggi. I giudici ritengono che nonostante il rinvio alla giustizia di Zurigo, non è esclusa una pena di almeno otto anni. Nelle loro osservazioni aggiungono che nell’esaminare la durata della detenzione, solo in casi eccezionali può essere presa in considerazione la possibilità di una liberazione condizionale. Ad esempio, quando durante il procedimento risulta che la persona sarà molto probabilmente condannata a una pena sospesa.

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