Svizzera

Truffa alla Repower, due condanne

(Carlo Reguzzi)
18 settembre 2017
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Sono stati condannati a una pena detentiva e a una sanzione pecuniaria dal Tribunale regionale di Landquart i due autori della frode ai danni di Repower. Nell'arco di quasi due anni avevano sottratto all’azienda grigionese una somma di quasi 6 milioni di franchi. La truffa, portata avanti tra il 2009 e il 2011, è stata perpetrata attraverso aziende di consulenza informatica con l’emissione di fatture fittizie per prestazioni mai fornite. Il denaro, 5,7 milioni di franchi, è stato sottratto all’azienda con la collaborazione di un 53enne ingegnere informatico, direttore del centro Sap di Repower, riconosciuto come l'autore principale della frode. Sul banco degli imputati altre due persone: un 60enne consulente informatico, con ruoli d’amministratore in aziende di consulenza in rapporti di affari con Repower, e un assicuratore 74enne, assolto.

Tra il 2009 e il 2011, la somma pagata da Repower ad alcune aziende di consulenza esterne per i costi di licenza, servizi di consulenza e manutenzione, è stata di 6,8 milioni di franchi, mentre la somma per prestazioni effettivamente effettuate sarebbe stata di 1,05 milioni. Dopo gli accertamenti giudiziali, fanno sapere le agenzie, è risultato che durante quasi due anni i due colpevoli hanno percepito con le loro attività illecite entrate regolari attraverso trasferimenti di denaro volti a coprire la provenienza illegale dei fondi.

Il 53enne ingegnere informatico è stato quindi giudicato colpevole di falsità in documenti, truffa per mestiere reiterata e riciclaggio di denaro ed è stato condannato a una pena detentiva di 5 anni e una pecuniaria di 26’400 franchi. In particolare, sul conto del 53enne, reo confesso, sono confluiti soldi per 3,8 milioni di franchi, la maggior parte del denaro sottratto illegalmente a Repower. Per gli stessi reati il consulente 60enne è stato condannato a 42 mesi di carcere e a una multa di 20’800 franchi. Assolto, come detto, il terzo imputato, il 74enne, secondo il principio "in dubio pro reo".

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