Svizzera

'Viaggiava con finalità jihadiste'. Il Ministero pubblico federale accusa 30enne residente a Zurigo

(Pablo Gianinazzi)
24 agosto 2017
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 Il Ministero pubblico della Confederazione ha promosso l’accusa nei confronti di una presunta viaggiatrice con finalità jihadiste di 30 anni domiciliata nell’area di Zurigo. Le si contesta all’imputata di aver violato la legge federale che vieta i gruppi 'Al-Qaïda' e 'Stato islamico' nonché le organizzazioni associate.

 Il Ministero ritiene assodato che nel dicembre 2015 una donna di nazionalità svizzera aveva viaggiato illegalmente con suo figlio, allora di 4 anni, dall’Egitto in Grecia per recarsi successivamente in Siria attraversando la Turchia e quindi unirsi all’organizzazione terroristica vietata dello 'Stato islamico'. Le autorità greche avevano impedito all‘imputata di proseguire il viaggio. Nel gennaio del 2016 l’imputata era stata arrestata all’aeroporto di Zurigo al suo arrivo in Svizzera.

Il rinvio a giudizio s’iscrive nel contesto del perseguimento penale sistematico dei viaggiatori con finalità jihadiste. Il Ministero, coadiuvato da fedpol, fonda questo modo di procedere sulla giurisprudenza del Tribunale federale. L'Alta Corte con sentenza del febbraio 2017  aveva confermato la condanna in primo grado di un viaggiatore che nell’aprile del 2015 voleva unirsi all’IS, ma che è stato arrestato al momento dell’imbarco all’aeroporto di Zurigo.

Il Ministero chiederà la condanna in sede di dibattimento dinanzi al Tribunale penale federale in Bellinzona. Fino a una sentenza passata in giudicato l’imputata gode della presunzione d‘innocenza. Con in deposito dell’atto d’accusa, la responsabilità dell’informazione passa al Tribunale penale federale.

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