Svizzera

I dati di Facebook vanno chiesti in Irlanda anche per i procedimenti penali

12 dicembre 2016
|

Il Ministero pubblico vodese voleva ottenere da Facebook Svizzera informazioni nell’ambito di un processo penale. Il Tribunale federale (Tf) gli dà torto e indica che i dati vanno chiesti in Irlanda, se necessario attraverso assistenza giudiziaria. Stando a una seconda sentenza dei giudici di Losanna pubblicata oggi, non è invece ancora chiaro quale sarà l’esito di una vertenza analoga che coinvolge Google Svizzera.

Nell’aprile dello scorso anno alla procura vodese è stata inoltrata denuncia per calunnia, diffamazione e ingiuria da un giornalista belga. Questi era stato tacciato di antisemitismo su un conto Facebook verosimilmente aperto in Svizzera con uno pseudonimo.

Nell’ambito delle indagini, il ministero pubblico cantonale aveva richiesto a Facebook Switzerland Sàrl e ai suoi due codirettori l’identità del detentore del conto, dei suoi dati d’accesso nonché dell’indirizzo IP.

Opposti alla richiesta, avallata dal Tribunale cantonale, la società e i due responsabili hanno inoltrato ricorso al TF, che ha dato loro regione. Secondo i giudici di Losanna, la domanda va rivolta a Facebook Ireland Ltd, sola a essere effettivamente proprietaria delle informazioni. Questa società aveva del resto reso attenta la procura vodese sul fatto che i dati andavano richiesti a Dublino.

Facebook Irlanda è partner contrattuale degli utilizzatori al di fuori degli Stati Uniti e del Canada ed esercita, sola, il controllo sui dati personali.

Invece l’attività di Facebook Svizzera, che ha in tutto tre persone in organico, si limita al supporto marketing, alla vendita di spazi pubblicitari, alle pubbliche relazioni e alla comunicazione. La società non rappresenta in alcun modo Facebook Ireland Ltd.

Non è quindi legittimo pretendere dati da Facebook Switzerland Sàrl. Per ottenerli, il Ministero pubblico vodese deve rivolgersi alle autorità irlandesi, se necessario tramite assistenza giudiziaria penale.

Una seconda sentenza pubblicata oggi non chiarisce quali siano le possibilità d’agire e le competenze di Google Switzerland GmbH in una vicenda analoga.

Il TF ha accolto un ricorso della società a cui sempre il Ministero pubblico vodese aveva chiesto l’identità di un conto di posta elettronica Gmail in seguito a una denuncia penale della Società francese degli autori, compositori ed editori di musica (SACEM). La querela era rivolta contro l’amministratore di un sito internet che, operando con un indirizzo gmail.com, aveva diffuso su grande scala opere musicali presumibilmente violando il diritto d’autore.

Google Svizzera e i due collaboratori a cui la procura ha rivolto la richiesta vi si sono opposti argomentando che non avevano accesso ai dati. Il servizio mail è gestito dalla casa madre negli Usa, hanno argomentato.

La sentenza non fa chiarezza perché il Tf afferma che non è dimostrato che Google Svizzera non abbia un accesso diretto ai dati relativi al servizio di posta elettronica. La società elvetica in ogni caso non ne ha fornito le prove. Il dossier è rispedito al Tribunale cantonale vodese, che dovrà esaminare se sia solo la società statunitense Google che è proprietaria dei dati richiesti.

Resta connesso con la tua comunità leggendo laRegione: ora siamo anche su Whatsapp! Clicca qui e ricorda di attivare le notifiche 🔔