TRIATHLON

Nicola Spirig alla caccia della terza medaglia olimpica

La 39.enne zurighese ha fatto tutto il possibile per essere al meglio per i suoi quindi Giochi. Si è allenata in una tenda-sauna a 32 gradi e 75% di umidità

25 luglio 2021
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A meno di un rinvio dovuto a un tifone che si sta approssimando al Giappone e che dovrebbe colpire l'aera di Tokyo nella giornata di martedì, Nicola Spirig potrebbe conquistare la sua terza medaglia olimpica di una carriera che la 39.enne elvetica è comunque intenzionata a progredire. Nonostante per lei gli impegni di accavallino, visto che oltre allo sport di alto livello (molto esigente in quanto a preparazione) deve pure gestire una famiglia con tre figli. Un carico di lavoro che, al momento della decisione di rinviare al 2021 i Giochi di Tokyo, l'aveva portata a riflettere sull'opportunità di proseguire altri 12 mesi. Oggi, a poche ore dall'entrata in acqua per difendere l'argento conquistato cinque anni fa a Rio, la zurighese è più che mai certa di aver compiuto la scelta giusta... «Ho avuto la fortuna di rimanere al riparo da infortuni, ho di nuovo raggiunto la forma fisica che desideravo e posso dire di aver fatto tutto quanto in mio potere per giungere preparata all'appuntamento».

Una preparazione, la sua, non scevra di acuti. Tanto per iniziare, ha ottenuto il record personale sui 10'000 metri, poi si è imposta in Coppa del mondo lo scorso maggio a Lisbona e ha conquistato il titolo europeo di Half Ironman a fine giugno a Walchsee, in Tirolo. Ha completato il suo avvicinamento ai Giochi con uno stage a St. Moritz, dove da perfezionista quale si è sempre dimostrata, non ha lasciato nulla al caso, per quanto il suo ruolo di madre l'abbia costretta a una preparazione un po' diversa rispetto a quanto accaduto nel 2012, quando aveva trionfato alle Olimpiadi di Londra. Tanto per cominciare, ha usufruito dei consigli di Michael Albasini, attuale selezionatore della Nazionale di Swiss Cycling e ha studiato al video molte volte il percorso della tratta di ciclismo. Inoltre, siccome non è stato possibile, causa pandemia, volare in Corea del Sud, come inizialmente previsto, per acclimatarsi alle condizioni giapponesi, la Spirig si è allenata in una tenda-sauna, con una temperatura di 32º e un'umidità del 75%...

La condizione fisica, dunque, è quella giusta, ma la 39.enne zurighese è la prima a essere conscia del fatto che per conquistare la terza medaglia in tre Olimpiadi, tutti i pezzi del puzzle dovranno trovare la loro giusta collocazione. È per questo motivo che alla domanda se si annovera tra le favorite, la risposta è «Sì e no». Perché sa che molto dipenderà dallo sviluppo della gara, soprattutto per lei, mai particolarmente performante nella frazione a nuoto. In poche parole, se nel tratto di ciclismo il gruppo di testa dovesse trovare una buona intesa, non è detto che riesca a colmare un eventuale svantaggio... «Il destino non è interamente nelle mie mani, posso solo fare del mio meglio. Se ci riuscissi, sarei contenta e soddisfatta».

Nicola Spirig è atterrata a Tokyo soltanto venerdì nella sera giapponese. Ha avuto la fortuna di non incappare in formalità doganali lunghe ed estenuanti come successo ad altre delegazioni rossocrociate, ciò che le ha permesso di essere a letto alle 22.00, anche se poi si è svegliata alle 4.30. La sveglia prima dell'alba è dovuta alla necessità di adattare il corpo, in quanto la gara inizierà alle 6.30 del mattino (in Svizzera le 23.30 di lunedì sera). Ma di questi tempi a Tokyo il termometro è già gradevole di buon mattino e, inoltre, la Spirig a casa si allena a partire dalle 7, per cui è sicura di non avere ripercussioni dovute alla necessità di gareggiare nelle prime ore del giorno.

Per l'elvetica, quelli del Sol Levante saranno i Giochi olimpici numero cinque... «È incredibile esserci – ha affermato –. Mi sono già messa al collo due medaglie, per cui posso affrontare questa gara senza pressione. Tuttavia, non riesco a non essere nervosa, il che è una buona cosa, in quanto riesco a dare il meglio soltanto quando sento la pressione. Ciò detto, le Olimpiadi sono sempre qualcosa di speciale, per me come per tutte le mie avversarie: non è mai facile riuscire a programmare ogni minimo particolare per giungere al massimo della forma nel giorno X».

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