HOCKEY

Lo Zurigo ringrazia i muscoli di Derek Grant

Con un’azione irresistibile e l’aiuto di Jelovac l’ex attaccante dei Ducks spegne i sogni di gloria del Losanna in gara 1. Ma la finale è solo agli inizi

Il simbolico abbraccio tra i due uomini che hanno deciso il primo atto della serie
(Keystone)
16 aprile 2024
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Lo Zurigo mostra i muscoli in gara 1 della finale. Sono quelli di Derek Grant, trentaduenne attaccante della Colombia Britannica sbarcato quest’anno sulla Limmat dalla California, sponda Anaheim, dopo quasi cinquecento partite vissute nel campionato più bello (e ricco) del mondo. Infatti, è da un suo check alle assi in retrovia, sulla sinistra di un Simon Hrubec in versione extralusso (97,14% di parate) che nasce il gol che tutto decide, quando Zsc e Losanna sono appena transitati dalla boa di metà partita. Quello, però, è soltanto l’inizio dell’azione che farà la differenza al sessantesimo: non contento di aver spalmato alle assi lo stralunato Haapala (a digiuno di ghiaccio addirittura da inizio febbraio, il finlandese già del Lugano viene mandato in pista da Ward al posto dell’ammalato Djoos, ma a conti fatti giocherà la miseria di tre minuti e mezzo), Grant in pochi secondi divora il ghiaccio che lo separa dal terzo difensivo vodese, approfittando anche della compiacenza di un Igor Jelovac che parte per la tangente, accentrandosi incomprensibilmente mentre pattina all’indietro. Così, il numero 27 dei Lions trova davanti a sé un’autostrada, e concluderà l’opera scagliando un tiro che s’infila là dove Hughes non può arrivare.

Quelli saranno in assoluto i minuti più difficili (gli unici, forse) vissuti dai vodesi nel primo atto di una finale che, dando per buono ciò che s’è visto finora, promette di essere lunga e appassionante. Tolta quella decina di minuti aperta poco prima (al 28‘34’’) dal provvisorio 1-1 di Weber, con un tiro dalla blu fors’anche deviato dal bastone di Chris Baltisberger davanti all’incolpevole Hughes, i Leoni del canton Vaud non solo non sfigurano, ma meriterebbero ben altra sorte. Del resto, basta dare un’occhiata alla statistica degli ormai famigerati ‘expected gol’, per avere un’idea della produzione offensiva delle due squadre: se il Losanna arriva a quota 3, lo Zurigo di Marc Crawford arriva appena a sfiorare il 2. Altrimenti detto, gara 1 sarebbe dovuta finire 2-3, e non 2-1 per gli zurighesi. Tuttavia – e per fortuna, aggiungiamo noi – non sono le statistiche a decidere le partite, altrimenti tanto varrebbe giocarle.

A lungo sofferente in un primo tempo dominato dai Leoni del Lemano, che aprono le marcature al 14’40’’ grazie a un missile di Damien Riat – senz’altro uno degli attaccanti più in luce sul fronte vodese – che incoccia sull’interno del palo prima di finire in rete, lo Zurigo dimostra di soffrire, e parecchio, la pressione messa in pista sin dai primissimi cambi da Genazzi e dai suoi compagni. A quest’ultimi resta soprattutto un rammarico, quello di non aver saputo battere il chiodo finché era caldo, in avvio di un periodo centrale in cui sono di nuovo gli ospiti a mostrare le cose migliori, con i tentativi di Raffl, ancora di Riat (la cui conclusione al 21’19’’ si stampa sulla traversa) e di Frick, per non parlare di quei due minuti con l’uomo in più per un disco spedito in tribuna da Hrubec in cui gli ospiti praticamente non riescono a rendersi davvero minacciosi. Invece dello 0-2, qualche minuto più tardi arriverà come detto il gol dell’1-1, che permetterà allo Zurigo di rinascere dalle sue ceneri. Siccome, però, anche nel terzo tempo sarà comunque il Losanna a farsi preferire, domani sera in gara 2 i romandi sanno di avere le loro buone carte da giocare. A patto però di mostrare a loro volta i muscoli, e per tutti i sessanta minuti, non solo un tempo e mezzo, invece di restare ad ammirare quelli di Grant.

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