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‘Aver vinto l’ultimo derby aiuta a vincere il prossimo’

L’Ambrì si presenta a Lugano conscio di dover cambiare rotta rispetto alle ultime uscite. Zaccheo Dotti: ‘Ma questa è la partita giusta per riuscirci’

Il ventinovenne è reduce da una commozione cerebrale: ‘Mi servono due o tre partite per recuperare il ritmo’
(Ti-Press/Clericetti)
30 novembre 2023
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Dopo le tre sconfitte consecutive contro il Ginevra Servette, gli Zsc Lions e il Bienne, l’Ambrì Piotta ha scelto un programma alternativo per prepararsi al terzo derby stagionale e all’incontro casalingo di sabato con lo Zugo. Spiega tutto quanto il difensore dei biancoblù Zaccheo Dotti: «Dopo le ultime tre partite non eravamo contenti – conferma il ventinovenne leventinese – e quindi abbiamo optato per svolgere un allenamento più intenso mercoledì e spostare il giorno di riposo (dedicato comunque al lavoro individuale, con un paio di giocatori che sono comunque scesi sul ghiaccio, ndr) a giovedì. In questo modo abbiamo potuto lavorare bene, con più distanza dalle prossime partite».

Per reagire alla serata storta vissuta martedì, il derby potrebbe allora essere la partita giusta… «Sono d’accordo, la sfida al Lugano arriva al momento giusto per darci quella carica agonistica in più, di cui abbiamo bisogno dopo tre sconfitte consecutive e quindi non può che far bene».

Per tornare sulla via del successo i biancoblù dovranno mantenere la lucidità per tutti e sessanta i minuti, evitando quei blackout che nelle ultime uscite sono costati troppe reti. Perché un attacco come quello dei bianconeri può facilmente rivelarsi letale: «Soprattutto contro il Bienne, l’unica di queste che ho giocato, trovo che abbiamo giocato bene il primo tempo e il doppio svantaggio ci stava stretto, ma nel secondo tempo ci siamo lasciati andare, il Bienne ha giocato molto meglio e ciò è inammissibile. Tutte le partite vanno giocate per tre tempi e bisogna sempre essere attentissimi, se concediamo uno o due gol facili a un attacco che ti punisce poi diventa molto difficile rientrare. La chiave è sempre la solidità difensiva, l’obiettivo è subire al massimo uno o due gol, così le possibilità di vittoria aumentano esponenzialmente. E ciò vale per qualsiasi partita, ma sappiamo come dobbiamo lavorare per riuscirci».

Un discorso simile si può del resto fare per lo Zugo, un’altra compagine in grado di graffiare con rapidità. Non a caso i Tori hanno il miglior attacco della lega (92 reti segnate), proprio davanti a Carr e soci (a quota 87)… «Sono entrambe squadre che hanno molta qualità offensiva e vanno neutralizzate, l’unica possibilità è chiudersi il meglio possibile e sfruttare bene le proprie occasioni in attacco».

Inoltre il Lugano nell’ultimo periodo ha trovato pure maggiore stabilità difensiva, ciò che non era sempre stato il caso nei primi mesi di campionato… «Difficilmente si può pensare di vincere subendo regolarmente tre o quattro reti . Quindi se vogliamo conquistare il successo non possiamo pensare di dover nuovamente segnare cinque volte».

Aver vinto l’ultimo scontro diretto dopo una lunga serie di sconfitte vi toglie un po’ di pressione? «Certamente. Aiuta parecchio, perché nella testa sai che se hai vinto l’ultimo puoi riuscire a vincere anche il prossimo, mentre durante una striscia negativa è normale avere il pensiero di non volere perdere di nuovo, che a livello mentale è un atteggiamento peggiore da avere».

Nell’ultimo derby ti avevamo visto concludere la partita tirando una bastonata alla balaustra dietro la porta di Juvonen, ma avevi anche subito una commozione cerebrale. Insomma, non fu una partita banale: «In quell’esultanza erano usciti il sollievo e la tensione accumulata. Peccato poi essermi dovuto fermare, è stato un mese complicato come sempre quando di mezzo c’è una commozione cerebrale. Adesso sono contento di essere tornato e guarda caso c’è subito di nuovo il derby, ma questo è lo sport. A volte ti ferma sul più bello, altre volte presenta delle sfide, lì da cogliere».

Al rientro contro i Seeländer al tuo fianco non c’era però Tim Heed (ammalato) il compagno di linea abituale nella prima parte di stagione… «In generale riesco a giocare piuttosto bene con tutti. Ovviamente più a lungo si riesce a mantenere la stabilità meglio è, ma è anche normale che sull’arco di 52 giornate prima o poi ci siano delle defezioni. Fisicamente in ogni caso mi sento bene, devo soltanto recuperare il ritmo partita, visto che dopo un mese di pausa certi automatismi vengono a mancare. Ma dopo due o tre partite torna tutto come prima. Il vantaggio è che con la pausa nazionale in mezzo ho perso solo cinque partite, quando sarebbero potute essere almeno il doppio. Mi è andata bene, perché non è mai bello guardare le partite da casa senza poter scendere sul ghiaccio».

Tutti questi casi di malattia, quantunque comuni a tutte le squadre e leghe, vi preoccupano? «In questo momento no, anche se siamo coscienti che ci sono queste influenze, che però non devono creare allarmismi. Spero di non sbagliarmi, ma credo che siamo arrivati a un punto in cui bisogna accettare di doversi fermare qualche giorno per malattia, senza però intaccare il normale svolgimento del campionato».

Con le partite del weekend arriverete a quota 27, oltrepassando dunque la metà della regular season. Il bilancio di 14 vittorie e 38 punti, sinonimo di settimo posto, è decisamente buono, al di là di quanto successo nelle ultime uscite… «Soprattutto grazie al bel filotto di vittorie consecutive, che ci ha permesso di raggranellare un buon bottino di punti. Poi il gioco non è più rimasto a quei livelli, ma sappiamo cosa dobbiamo fare per vincere. Il bilancio è dunque sicuramente positivo».

La situazione infortunati

Fohrler e Bürgler out due settimane

Alla Cornèr Arena Luca Cereda e il suo staff dovranno però arrabattarsi tra alcune assenze di peso. Iniziando da quella ormai di lungo corso di Daniele Grassi, che dopo la commozione cerebrale subita a Davos sta seguendo il protocollo del ‘return to play’, ma la cui data del rientro è ancora difficile da prevedere. Lo raggiungono in infermeria Tobias Fohrler e Dario Bürgler, per i quali si prospetta una pausa di due settimane. Il difensore tedesco ha subito a Zurigo una contusione costale, mentre l’attaccante svittese ha rimediato contro il Bienne un infortunio ai muscoli addominali.

Inoltre Tim Heed e Diego Kostner, annunciati ammalati martedì, non sono ancora guariti e rimangono in dubbio per gli incontri del weekend. Ci sarà invece il difensore Kilian Zündel, che è stato richiamato dal prestito ai Vienna Capitals di IceHl, con cui ha firmato due assist in sei presenze.

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