HOCKEY

Il progetto Ticino Rockets non è in pericolo

Il presidente Davide Mottis lo conferma dopo l'annunciata defezione dell'Hc Biasca: 'Stiamo lavorando per pianificare la prossima stagione'

23 aprile 2020
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I Ticino Rockets perde altri pezzi e dopo il passo indietro del Lugano che lo scorso 19 febbraio aveva annunciato che sarebbe diventato "azionista di minoranza come il Davos", l'Hc Biasca - club dal quale nel marzo 2013 è partito il progetto della compagine di Swiss League quale farm team delle formazioni ticinesi di National League (bianconeri e Ambrì Piotta), ai quali quali si è in seguito aggiunto anche quella grigionese - ha dato seguito alle sue perplessità espresse già a inizio anno e ha comunicato l'uscita con effetto immediato dal Cda dell'associazione del proprio rappresentante Edy Pironaci. Questo in quanto, come si legge nel comunicato, la società rivierasca si sente «impotente dinanzi a fondamentali cambiamenti imposti dai dirigenti dell’Hcap e dalla governace dei Rockets, essendo venuti meno i presupposti iniziali che vedevano a Biasca la gestione neutra e condivisa di una società che perseguisse gli interessi di tutti gli sportivi ticinesi».

'A livello sportivo non cambia nulla'

A questo punto occorre capire qual è il futuro del progetto Ticino Rockets. Lo abbiamo chiesto al presidente della società, Davide Mottis... «Sostanzialmente cambia che il rappresentante del Biasca esce dal consiglio di amministrazione. Siccome alla società rivierasca era delegato l'aspetto della logistica e di tutto quanto ruota attorno alle partite e alla raccolta degli sponsor, è inevitabile che qualcosa venga a mancare. Siccome la notizia non ha rappresentato un fulmine a ciel sereno, ma al contrario era stata preannunciata, nelle ultime settimane il Cda ha continuato a lavorare al fianco degli azionisti che hanno confermato la loro presenza, per creare le premesse per garantire la continuità del progetto Rockets. Ci siamo riorganizzati e abbiamo iniziato a raccogliere i sostegni finanziari necessari per dare solidità al progetto».

Questo per quanto riguarda l'aspetto societario. Il settore sportivo, invece, dovrebbe essere toccato in maniera ancor meno importante... «Dal punto di vista sportivo non dovrebbe cambiare nulla. La responsabilità tecnica rimane nelle mani della commissione composta dai direttori sportivi di Ambrì, Lugano e Davos, commissione che in queste settimane sta lavorando per allestire la squadra chiamata ad affrontare la prossima stagione».

Il progetto dei Ticino Rockets continua dunque a coinvolgere in qualità di partner le tre squadre di National League e i Gdt. Ambrì e Davos hanno comunicato in queste settimane che stanno lavorando per mettere a disposizione dei Rockets un contingente di giocatori. Il Lugano a suo tempo aveva reso noto di voler compiere un passo indietro a livello di Cda, ma di essere comunque intenzionato a garantire la continuità sportiva. «Vi sono inoltre altre realtà di National League intenzionate ad avvicinarsi al nostro progetto, come era già successo la passata stagione con il Losanna».

'McSorley ci ha presi ad esempio'

Una realtà, quella dei Rockets, che ha ottenuto attestati di stima da parte di diversi attori del mondo dell'hockey svizzero... «Non da ultimo Chris McSorley, il quale in un'intervista, parlando di quello che dovrebbe essere il rapporto di collaborazione tra Ginevra-Servette e Sierre, ha preso a esempio il progetto Rockets, ponendo l'accento sui benefici che ne hanno potuto trarre soprattutto l'Ambrì, ma anche Lugano e Davos».

Il comunicato dell'Hc Biasca chiama però in causa in modo pesante la gestione voluta dall'Ambrì... «Non è mio compito, in qualità di presidente dei Ticino Rockets, prendere posizione sulle critiche espresse. Presumo che una presa di posizione venga eventualmente fatta direttamente dal club leventinese. Come presidente mi limito a sottolineare gli aspetti positivi raggiunti dal progetto a favore dei giovani talenti ticinesi e grigionesi. Per noi è importante garantire la piattaforma di formazione, mantenendo il concetto iniziale basato proprio sulla necessità di dare ai giovani talenti la possibilità di crescere e migliorare in vista di un futuro salto di categoria. Le dinamiche sportive sono state gestire dai direttori sportivi delle realtà di Nl e se qualcosa non ha funzionato si troverà la maniera per rimediare, in modo da creare i presupposti per migliorare il lavoro sin qui svolto».

Il futuro, insomma, non sembra in pericolo, nonostante la defezione del Biasca... «Sulla base dei segnali ricevuti in queste settimane, la continuità del progetto non è certamente messa in discussione. Diversi sponsor, in particolare la Banca Raiffeisen, hanno già confermato la loro continuità, nonostante il momento difficile dovuto alla pandemia di coronavirus. Certo, potrebbero mancare alcuni sponsor legati alla realtà del Biasca, ma altri si stanno facendo avanti. Inolte, abbiamo già intavolato trattative con il comune di Biasca per poter continuare a usufruire della BiascArena».

La stagione 2019-20, la prima con la possibilità di retrocessione, si è conclusa in modo brusco, ma ha comunque fornito materiale di riflessione... «Ci ha indicato l'importanza di poter disporre di uno zoccolo duro e stabile di giocatori. L'anno scorso eravamo partiti con le miglior intenzioni, ma Ambrì e, in quantità minore, anche Lugano e Davos sono stati falcidiati dagli infortuni, ciò che ha creato un continuo viavai di giocatori che ha minato la stabilità di squadra. Si tratta di un elemento di riflessione sul quale ci stiamo attualmente chinando».

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