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‘L'inno della Champions è una motivazione più che sufficiente’

Sfumato il sogno del titolo, il Lugano va a Berna per puntare al secondo posto. Croci-Torti: ‘Mettere fine a una serie negativa che dura dal 2017’

10 maggio 2024
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L’inattesa sconfitta di sette giorni fa contro il San Gallo ha, de iure se non de facto, regalato allo Young Boys il suo 17° titolo nazionale, il settimo nelle ultime otto stagioni. Ai bernesi “basterà” superare sabato sera il Lugano e sperare in una mancata vittoria del Servette domenica a San Gallo per rendersi irraggiungibile a tre giornate dalla fine. I bianconeri, reduci da una serie positiva di otto vittorie e un pareggio, avevano creduto nella possibilità del riaggancio, ma a questo punto si sono rassegnati, soltanto però per quanto riguarda la rincorsa al titolo nazionale… «Avevo detto che quella contro il San Gallo era la partita più importante dell’anno, in quanto ci avrebbe permesso di andare a giocarci al Wankdorf qualcosa di grande – afferma Mattia Croci-Torti –. Adesso i parametri sono tutti cambiati e il titolo può passare unicamente attraverso la sfortuna degli avversari. Ciò non significa, però, che l’attenzione mia e dei giocatori si soffermi solo sulla finale di Coppa Svizzera. Capisco l’interesse e l’eccitazione che pervade i tifosi per la sfida del 2 giugno, tuttavia confermo come nello spogliatoio il desiderio di chiudere il campionato al secondo posto sia molto forte. Finire alle spalle del solo Young Boys ci permetterebbe di qualificarci per i preliminari di Champions League e l’idea di poter sentire risuonare le note dell’inno di Champions rappresenta per ogni calciatore una motivazione fortissima. Una qualificazione che passa da queste, difficilissime, ultime quattro partite, per cui nessuno di noi ha intenzione di mollare un solo centimetro. Nel 2022 abbiamo chiuso al quarto posto, nel 2023 al terzo e un secondo posto quest’anno avvalorerebbe la nostra costante progressione e porrebbe l’asticella talmente in alto, da dover ripartire con ambizioni chiaramente legate al titolo nazionale».

Il fatto di poter “assaggiare” il sintetico del Wankdorf a tre settimane dalla finale di Coppa potrebbe rappresentare un vantaggio in vista del 2 giugno e permetterebbe al tecnico momò di raccogliere interessanti indicazioni… «Non credo proprio. Sicuramente il vantaggio lo avrà lo Young Boys sabato sera, in quanto per noi l’adattamento al sintetico non è mai facile. Tuttavia, il Servette gioca come noi su erba naturale, per cui in finale ci ritroveremo entrambi ad armi pari».

Al Wankdorf, il Lugano è senza vittorie dal lontano 2017, per un totale di tre pareggi in 14 partite… Non avremo nulla da perdere, vogliamo solo dimostrare di essere una squadra forte. Siamo consci delle difficoltà alle quali andiamo incontro, ma abbiamo tutta la voglia del mondo di cambiare finalmente questa brutta statistica. Bisognerà essere bravi e lesti a entrare nel ritmo gara, cosa che al Wankdorf, al contrario di Cornaredo, troppo spesso non siamo riusciti a fare. Dovremo “capire” subito la partita ed evitare di andare sotto già nei primi minuti, dopodiché si tratterà di fare il nostro gioco, senza timore. Non esiste una ricetta precisa per vincere a Berna, a maggior ragione contro una squadra fisicamente imponente e che è difficilissimo contrastare sulle palle ferme. Siamo consapevoli che nulla ci verrà regalato, ciò nonostante vogliamo fortemente conquistare tre punti che, come detto, per noi sono ancora importanti in diverse chiavi di lettura».

La settimana trascorsa dopo la sconfitta con il San Gallo, non deve essere stata facile da gestire… «La squadra si è subito rimessa in gioco nel migliore dei modi. Abbiamo cercato di lavorare molto su una maggiore verticalizzazione negli ultimi 25 metri, l’aspetto che in definitiva ci era venuto a mancare contro i sangallesi. Detto questo, confermo che l’interpretazione di quella partita era stata corretta, l’atteggiamento e la motivazione erano alti. Purtroppo non abbiamo segnato e quando non segni è giusto nutrire del rammarico».

In infermeria rimane il solo Hajrizi, anche se Valenzuela resta in dubbio e soltanto l’ultimo allenamento di giornata dirà se l’argentino potrà tenere il posto di laterale sinistro… «Milton è un giocatore importantissimo e lo si denota dalle statistiche: con lui in campo dall’inizio non abbiamo mai perso. Ha dimostrato molte volte di essere un valore aggiunto per questa squadra, un elemento importante anche per la tranquillità che esprime, senza dimenticare la sua duttilità che gli permette di assolvere compiti diversi nel corso della stessa partita. È ovvio, la sua mancanza si può far sentire, però ritengo Cimignani, Marques e Hajdari assolutamente in grado di sostituirlo al meglio. L’importante in questo momento della stagione è schierare giocatori al cento per cento e non prendere rischi, mandando in campo chi non è al meglio dal profilo fisico. Se dopo l’ultimo allenamento il feedback dell’argentino sarà positivo, potrebbe essere in campo dal primo minuto».

Da un argentino all’altro, Ignacio Aliseda fatica a ritrovare la forma grazie alla quale era stato tra i principali protagonisti nella primavera del 2023. Poterlo recuperare al meglio per il 2 giugno sarebbe davvero importante… «La verità è che “Nacho” non è mai riuscito a raggiungere quel ritmo che aveva mostrato lo scorso anno. Purtroppo, questi infortuni a catena l’hanno completamente fermato, non è mai riuscito a prendere quel ritmo gara che tante volte porta i giocatori con la sua struttura a fare la differenza. Da qui alla finale di Coppa c’è tempo, speriamo di riuscire a recuperarlo sotto tutti gli aspetti, quello mentale arriva dopo quello fisico. Per trovare le giuste sensazioni e la fiducia bisogna star bene di gamba. Gli è mancata la continuità che aveva trovato lo scorso anno, ma non sta mollando e questa settimana ha fatto di tutto per mettermi in difficoltà».

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