CALCIO

Dopo un autunno nero, la Svizzera riparte da Copenaghen

Primo impegno del nuovo anno per la Nazionale di Murat Yakin contro una Danimarca mai battuta in trasferta. E all'esordio a Euro 24 mancano solo 84 giorni

La Svizzera deve ripartire dal gol del 2-0 di Amdouni dello scorso giugno contro la Romania
22 marzo 2024
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Mancano 84 giorni all’esordio della Nazionale svizzera a Euro 2024. Il cammino verso la sfida d’apertura con l’Ungheria di Dominik Szoboszlai (16 giugno alle 15.00 a Colonia) inizia questa sera da Copenaghen, dove i rossocrociati affrontano in amichevole la Danimarca, pure lei in procinto di volare in Germania e prendere posto nel gruppo C, in compagnia di Slovenia, Serbia e Inghilterra. La Svizzera che si appresta a scendere in campo per il primo test del 2024 è un gruppo costellato da innumerevoli punti interrogativi e ben pochi punti esclamativi. Dubbi e domande sorte essenzialmente in una seconda metà di 2023 deludente sotto l’aspetto del gioco come dei risultati. Non fosse stato per i 9 punti incamerati nelle prime tre uscite delle qualificazioni – e per la prestazione eccellente per 88’ contro la Romania –, difficilmente Murat Yakin sarebbe riuscito a staccare il ticket per la Germania, alla luce dei pareggi contro Kosovo (due volte), Israele, Bielorussia e della sconfitta in Romania. La qualificazione all’Europeo, per la sesta volta nelle ultime otto edizioni, è arrivata, ma ha lasciato dietro di sé una coda di polemiche sul futuro immediato del selezionatore, al quale buona parte dell’opinione pubblica avrebbe desiderato fare le scarpe. A Yakin, invece, i vertici dell’Asf hanno dato fiducia, almeno fino al termine dell’Europeo. A questo punto, la patata bollente è tornata tra le mani del tecnico basilese. Sta a lui ricostruire un rapporto andato logorandosi con diversi giocatori (su tutti Xhaka e Akanji) e ritrovare quel gioco e quella solidità improvvisamente scomparsi nelle ultime sei partite.

Clima rasserenato

Stando alle dichiarazioni affiorate nel corso di questa settimana di stage a La Manga (Spagna), i mesi di lontananza trascorsi dalla sconfitta a Bucarest hanno fatto bene all’intero gruppo. Come ha sottolineato Noah Okafor in conferenza stampa, «al momento del raduno tutti erano felici di rivedersi». L’attaccante del Milan ha aggiunto che i giorni trascorsi in Spagna hanno permesso al gruppo di prepararsi alla perfezione e con una buona intensità, elemento questo che in autunno era stato messo in dubbio da più di un membro del gruppo. Anche Murat Yakin ha espresso la sua soddisfazione per la settimana trascorsa nella regione di Murcia, nel corso della quale è tornato a lavorare al fianco di Giorgio Contini, con il quale aveva già collaborato al Lucerna, con ottimi risultati (finale di Coppa e secondo posto in campionato), ma anche con una brusca interruzione dovuta all’esonero. «È stato come se non ci fossimo mai separati – ha affermato Yakin –. Ci conosciamo e ci apprezziamo molto. Per me, Giorgio è un grande sostegno».

Dopo aver affrontato un girone di qualificazione contro avversari che per lo più si limitavano a difendere e a colpire di rimessa, la Svizzera ha scelto per le amichevoli di marzo due avversari molto più propositivi: la Danimarca e l’Eire che la “Nati” affronterà martedì a Dublino. Una scelta fortemente voluta per avere a disposizione due partite dallo sviluppo verosimilmente molto simile a quelle che la Svizzera sarà chiamata a sostenere in Germania… «A volte si è molto più concentrati quando non si ha il possesso totale del pallone, ma occorre anche rincorrere gli avversari», ha aggiunto Yakin.

L'ultima vittoria 40 anni fa

E da questo punto di vista, la sfida di Copenaghen dovrebbe essere un test significativo, contro un avversario che ama il gioco offensivo. E lo dimostrano anche i numeri: in Danimarca, i rossocrociati non hanno mai vinto in sei partite, con tre pareggi datati 1954, 1972 e 1985. Negli ultimi due impegni, altrettante sconfitte nelle qualificazioni per gli Europei del 2000 e del 2020. Nel complesso, in 12 sfide la Svizzera si è imposta soltanto due volte, l’ultima nel 1984 per le qualificazioni ai Mondiali in Messico (1-0, rete di Umberto Barberis). La Danimarca è reduce da una semifinale a Euro 2020 (disputato nel 2021 causa Covid-19), ma da un deludente Mondiale, ultima del gruppo D con un solo punto. Nelle recenti qualificazioni europee, tuttavia, al Parkenstadium è stata perfetta, con cinque partite e altrettante vittorie.

Per cercare di sfatare la tradizione e avviare con il piede giusto il cammino verso l’Europeo, è verosimile che Yakin schieri la formazione titolare. E questo significherebbe la rinuncia a Fabian Schär, nonostante le ottime prestazioni con il Newcastle, e pure a Xherdan Shaqiri, per il quale l’esilio a Chicago (a 32 anni) rischia di diventare un handicap in un contesto di calcio di alto livello.

Al di là di una lista dei 23 tutt’altro che cementata, questi dieci giorni di stage permetteranno a Yakin di lavorare anche sull’aspetto tattico. Il tecnico basilese ha infatti accennato alla possibilità di passare a una difesa a tre, ma è possibile che provi l'esperimento martedì in Irlanda. Tuttavia ha sottolineato di aspettarsi che i suoi giocatori propongano comunque un sistema variabile e che siano in grado di adattarlo allo stile di gioco dell’avversario. Sebbene descriva il risultato come secondario, Yakin sa anche che la prima partita dell'anno è più di un semplice test. Mai come in questa occasione partire con il piede giusto potrebbe condizionare il buon esito dei mesi a venire.

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