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La Nazionale del Ticino e la tortuosa strada verso i Mondiali

La rappresentativa ticinese è stata scelta per la Coppa del Mondo Conifa, torneo per nazioni non riconosciute. Ma c'è il nodo degli alti costi del viaggio

La formazione d’esordio
(laRegione)
15 marzo 2024
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Avevamo lasciato la Nazionale del Canton Ticino con il sogno infranto di partecipare alla Coppa del mondo Conifa, i Mondiali di calcio per le rappresentative che non fanno parte della Fifa, o perché espressione di nazioni sovrane ma non ancora iscritte, o in quanto rappresentano Stati non del tutto riconosciuti, realtà regionali, etniche o micronazioni. Dopo la sconfitta nel playoff contro la Retia giocato a Tenero nel giugno scorso, la squadra ticinese, che proprio in quell’occasione ha fatto il suo debutto internazionale, è stata infatti ripescata e inserita nel girone della competizione, insieme, ironia della sorte, ai “cugini” della Retia, al Punjab e all’Ossezia del Sud.

La strada verso i Mondiali, che si svolgeranno a fine giugno nel Kurdistan iracheno, a Erbil, è però in salita. Il principale ostacolo per la rappresentativa ticinese, come spiega a laRegione il presidente James Minoggio, sono i costi della trasferta in Iraq per un team di 27 persone, interamente a carico della squadra. Per realizzare il sogno mondiale, nei giorni scorsi è partita una campagna di raccolta fondi porta a porta che coinvolgerà tutto il Cantone.

«È un problema che riguarda sostanzialmente tutte le squadre iscritte alla Conifa – spiega Minoggio –: se guardiamo alle edizioni passate dei tornei, gli Europei e i Mondiali, buona parte delle squadre annunciate si sono poi ritirate. E temo che andrà così anche questa volta: è vero che sul posto l’organizzazione si fa carico dell’hotel, dei pasti e del trasporto delle squadre sui campi da gioco e di allenamento, però il prezzo dei voli per molte Federazioni è proibitivo. Erano state proposte come sedi anche le Filippine o il Messico, ma entrambi i Paesi non avevano i mezzi finanziari, mentre il Kurdistan iracheno ha offerto un sostegno sostanzialmente illimitato anche con l’appoggio del governo nazionale. Resta comunque una destinazione molto costosa da raggiungere e su cui anche diverse persone pongono dubbi sulla sicurezza, tanto da rinunciare in alcuni casi a partecipare».

A livello sportivo, come avete avuto accesso al torneo?

C’è stato il caso fortunato che, oltre al ritiro di alcune rappresentative, il numero di squadre sia stato aumentato da 12 a 16, e dunque la Conifa ha scritto a tutte le federazioni per chiedere la disponibilità. Nel nostro caso, a nostro vantaggio ha giocato il fatto di aver comunque partecipato alle qualificazioni pur perdendo il playoff contro la Retia, e dunque, pagata la tassa di iscrizione di 500 franchi, la Conifa è stata bendisposta nell’accettare la nostra candidatura.

Resta il nodo finanziario: come intendete procedere?

Alcune squadre hanno chiesto ai giocatori di pagare per il volo. Per noi, per portare 27 persone fra giocatori e staff si parla di circa 18mila franchi. Ho scritto delle email a tutte le squadre ticinesi, dalla Super League alla Terza Lega, ma devo dire che, purtroppo, ho avuto scarsi riscontri, in molti casi neanche una risposta. Fra i giocatori che ho interpellato io, poi, solo 5 o 6 hanno dato disponibilità a sostenere il costo del volo, troppo pochi per formare una squadra. Avevo persino chiesto all’organizzazione di poter andare sul posto, io come giocatore e altre due persone come staff e di unirmi a una squadra locale, anche di divisioni inferiori, pur di giocare: l’idea però è stata bocciata perché gli organizzatori vogliono che ci sia un’unica squadra a rappresentare il Kurdistan. Alla fine, per quanto riguarda il team, sono riuscito a concludere un accordo con l’Fc Paradiso, che ha accettato di partecipare in blocco sotto la bandiera della Nazionale del Ticino con quasi tutta la rosa, l’allenatore Giuseppe Sannino e lo staff, compresi i fisioterapisti. Per quanto riguarda il finanziamento, anche con l’aiuto del Paradiso e di un professionista nel campo, stiamo avviando una raccolta fondi a cui è possibile contribuire contattandoci tramite la nostra pagina Facebook “Nazionale di calcio del Canton Ticino”. Spero proprio che possiamo riuscire a realizzare il sogno di giocare i Mondiali, anche perché sarebbe una bellissima vetrina pure per il Ticino.

Quale visibilità si otterrebbe con la partecipazione?

Sia Netflix sia Hbo, le due grandi case di produzione americane, hanno contattato la Conifa manifestando l’intenzione di produrre un documentario sulla Coppa del mondo, con la possibilità di seguire una squadra specifica. Sarebbe bellissimo contattarli tramite la Conifa e riuscire a ottenere che quella squadra sia proprio la Nazionale del Canton Ticino, considerato anche che ho già realizzato un documentario in occasione del playoff con la Retia e quindi andrebbe realizzata solo la parte in Iraq. Oltre questo, durante i Mondiali ogni rappresentativa terrà dei workshop per far conoscere la propria cultura locale. Per questo è importante riuscire a raccogliere i fondi necessari per poter partecipare alla Coppa del mondo.

Torniamo all’aspetto sportivo: quali sono le vostre aspettative, rispetto al girone?

L’Ossezia del Sud è la favorita nel raggruppamento: sono campioni europei in carica e hanno una selezione di elementi che militano in Russia e in Georgia e giocano insieme da diverso tempo. Mi dicono che anche il Punjab ha una squadra molto forte tecnicamente, con elementi che giocano nei campionati inglesi. E poi c’è la Retia, che ha già fatto gli Europei e che ha una rosa che gioca insieme da dodici anni. Chiaro che se andassimo davvero con la squadra fondata sul blocco del Paradiso, una squadra di Promotion League con un allenatore come Sannino, avremmo sicuramente ottime chance di arrivare in fondo. Per la vittoria finale la grande favorita è la Transcarpatia, o Karpatalya (squadra che rappresenta una minoranza ungherese in Ucraina, ndr), che è campione del mondo in carica. Hanno avuto, però, dei problemi extrasportivi perché, dopo aver vinto l’ultimo Mondiale in Inghilterra nel 2018, l’allenatore è stato arrestato appena rientrato in patria, ed è tuttora detenuto. I giocatori non sono più tornati in Ucraina e adesso vivono da esuli in giro per l’Europa (a tutti i membri della squadra e ai dirigenti è stato vietato l’ingresso nel Paese in quanto accusati di propaganda separatista e i calciatori sono stati squalificati a vita dalla Federcalcio ucraina, ndr). Quindi sicuramente queste interferenze politiche hanno danneggiato la squadra.

A proposito di calcio e politica: quali difficoltà incontrano le squadre Conifa?

Noi sicuramente siamo fortunati tanto che la stessa Asf ha autorizzato il Paradiso a partecipare ai Mondiali, e sicuramente non verremo accusati di separatismo, anche se alcuni siti ci hanno inserito fra le regioni “secessioniste” insieme alla Catalogna. Ovviamente non abbiamo nessuna intenzione di staccarci dalla Svizzera, vogliamo solo giocare a calcio e promuovere il nostro cantone. Ma per altre nazionali la partecipazione al Mondiale Conifa rischia di creare problemi al rientro in patria: per esempio, la Cabilia (una regione autonoma di lingua berbera in Algeria, ndr) gioca solo con calciatori esuli perché se schierasse giocatori che vivono in Algeria, rischierebbero di non poter rientrare in patria. Anche il fatto di andare a giocare in Paesi non riconosciuti o semi-riconosciuti è percepito come un rischio per la sicurezza: in particolare, il fatto che la Coppa del Mondo 2024 si svolga in Iraq crea qualche preoccupazione, soprattutto a causa del conflitto in Medio Oriente, tanto che ci sono alcune squadre, come la Nazionale delle Due Sicilie, che anche se qualificata ha deciso di non partecipare.

Rapporti con l’Asf: qual è l’atteggiamento del calcio ‘ufficiale’ nei confronti di quello ‘alternativo’?

Per quanto ci riguarda, la Nazionale del Canton Ticino, così come i Mondiali Conifa sembrano cose un po’, come dire, campate per aria, perché sono una novità: si fa ancora fatica a concepire che c’è una nazionale di calcio riconosciuta internazionalmente, che è una cosa seria così come sono serie le competizioni a cui partecipiamo. Come detto, è stata un po’ una delusione vedere che gran parte delle squadre ticinesi che ho contattato non si è neanche degnata di rispondere anche solo per dire “grazie, non ci interessa”, alcune addirittura avevano la mail non funzionante. In questo senso la decisione di Asf di permettere al Paradiso di partecipare ai Mondiali è molto importante perché vuol dire che qualsiasi club o giocatore dell’Associazione calcistica ticinese (Act) potrà partecipare ai tornei Conifa. Diverso è il caso, invece, delle nazionali di Paesi non riconosciuti o a riconoscimento limitato, come l’Ossezia del Sud, Cipro Nord o il Kurdistan, che hanno invece pieno sostegno da parte dei loro governi, dal punto di vista finanziario e logistico e anche politico, come sostegno alle loro rivendicazioni di indipendenza. Questi Paesi hanno delle vere e proprie Federazioni calcistiche, con uno staff che si occupa anche della parte amministrativa e, per esempio, partecipa ai sorteggi dei tornei in giro per il mondo, come quello per il Mondiale femminile a cui, peraltro, ho partecipato anche io a Budapest come rappresentante di una nazionale neutrale in quanto non partecipante.

Oltre ai Mondiali, quali sono i programmi della Nazionale ticinese per il prossimo futuro?

Da parte nostra, stiamo cercando di sviluppare anche il settore femminile e quello del futsal, presentando una squadra a livello nazionale. Abbiamo in mente anche progetti riguardo il calcio a sette e il calcio per i disabili. A livello di nazionale di calcio a 11 giocheremo contro la Nazionale di calcio della Città del Vaticano, nella quale militano anche giocatori della squadra delle Guardie svizzere. Il nostro obiettivo resta quello di poterci confrontare con una nazionale di uno Stato riconosciuto ma non ancora affiliato alla Fifa, come il Principato di Monaco. Infine, la Conifa Europa ha in progetto di organizzare una Champions League per squadre di club: in questo caso, l’idea sarebbe di partecipare non con i club, ma con delle selezioni che rappresentino i distretti del Cantone, organizzando degli spareggi per decidere la squadra che parteciperà al torneo in rappresentanza del Canton Ticino. Il sogno principale resta, ovviamente, il Mondiale Conifa: speriamo di riuscire a raccogliere i fondi necessari per partecipare a questo importantissimo evento in rappresentanza del nostro Cantone.

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