Calcio

Ecco perché il calcio tedesco sta vincendo la sua scommessa

In Bundesliga (primo grande campionato a ripartire) nuovi contagi praticamente nulli, giocatori in forma e meno infortunati del previsto, tifosi disciplinati...

8 giugno 2020
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Erano comprensibilmente tanti i timori che hanno accompagnato la ripresa del primo grande campionato di calcio dopo lo stop forzato per la pandemia, la Bundesliga. Dal boom di contagi nelle squadre, alla possibile ecatombe di infortunati, fino ai temuti assembramenti non permessi di tifosi fuori dagli stadi o in altri ritrovi. Ebbene, dopo cinque giornate di campionato disputate dal 16 maggio (giorno della ripresa) un primo bilancio dice che nessuno di questi scenari si è concretizzato e la scommessa del calcio tedesco può considerarsi (per ora) vinta. Come dire che spagnoli (la Liga riparte giovedì), inglesi (17 giugno) e italiani (20) - senza dimenticare la nostra Super League al via il 19 sempre di questo mese - possono dormire sogni tranquilli.

Protocollo sanitario efficace

Test per il Covid-19 due volte a settimana, confinamento in famiglia e distanze sociali da mantenere costantemente: sono solo alcune delle misure previste del protocollo sanitario che si sta rivelando tanto severo e restrittivo quanto efficace, tanto che i giocatori sono la categoria meglio protetta tra quelle coinvolte nella ripartenza del calcio tedesco. Come d'altronde dimostra il fatto che in nessun club siano partiti dei focolai di contaminazione. Da notare come la settimana scorsa due calciatori del Borussia Dortmund, Jadon Sancho e lo svizzero Manuel Akanji, sono stati sanzionati dalla Federazione per aver violato il protocollo "convocando" al loro domicilio i propri parrucchieri di fiducia.

 

Giocatori in forma

Contrariamente a quanto pronosticato da numerosi medici dello sport, non c'è stato un considerevole aumento degli infortuni, nemmeno i tanto temuti infortuni muscolari. Questo anche perché gli allenatori adottano un discreto turnover e sfruttano la possibilità di effettuare fino a cinque sostituzioni a partita (4,3 quelle operate in media a match da ogni formazione). Fondamentale anche l'ottimo livello di forma con il quale la maggior parte dei professionisti si è presentata alla ripresa, come dimostrano i 14,34 km percorsi dal giocatore dell'Herta Berlino Vladimir Darida nel match della 29esima giornata contro l'Augsburg, un record da quando avvengono queste misurazioni (stagione 2011/2012).

Gerarchie immutate

È bastato poco per capire come la pandemia e le particolari condizioni post-Covid non abbiano alterato le gerarchie in campo: chi era già forte lo è rimasto (5 su cinque le vittorie del leader Bayern Monaco) mentre chi già arrancava nei bassifondi della graduatoria, continua a fare fatica.

 

Il fattore casa è scomparso

A farsi sentire eccome è invece l'assenza del pubblico, che sembrerebbe incidere più di quanto ci si potesse aspettare sull'esito degli incontri: nelle due stagioni passate, il 45% delle partite si sono chiuse con la vittoria della squadra di casa, mentre dalla ripresa del campionato tale statistica è precipitata al 22% (10 successi a domicilio su 46 sfide).

Sostenitori disciplinati (per ora)

Dagli indisciplinati ultras al semplice tifoso che non riesce a trattenersi nel voler manifestare la sua fede calcistica e la vicinanza alla sua squadra. Il timore di assembramenti non autorizzati era alto ma per il momento tutto è filato liscio, anche se per emettere un verdetto definitivo in questo ambito (ma come anche in quelli elencati in precedenza) bisognerà attendere le prossime settimane nelle quali le situazioni a rischio potrebbero aumentare in seguito ai progressivi allentamenti delle restrizioni del governo tedesco e in vista dei festeggiamenti per il sempre più vicino ottavo titolo consecutivo del Bayern (il sindaco di Monaco di Baviera ha in ogni caso già messo le mani avanti vietando la tradizionale presentazione in piazza del trofeo).

Intanto però, la Bundes è andata in gol ed è sulla buona strada per vincere la sua scommessa.

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