BASKET

La superiorità è chiara, ma deve esserci anche la testa

Martedì a Nosedo, gara 2 delle semifinali dei playoff. L'aspetto mentale sembra l'unico fattore in grado di mettere in difficoltà la Sam con Neuchâtel

La grinta di Yuri Solcà

Si torna in campo stasera a Nosedo, ore 19.30, per gara 2 delle semifinali dei playoff con Massagno che ospita Neuchâtel. La ricerca della vittoria è un fattore scontato visto che si lotta tutta la stagione per quella poltrona che ti consente di debuttare in casa nei playoff. Vinta gara 1 con un vantaggio di 21 punti, la Spinelli ha le carte in regola per andare sul 2-0 e giocarsi domenica a Neuchâtel la sfida per andare in finale senza sprecare altre energie. Gara 1 ci ha detto chiaramente che i fattori a favore della Sam sono evidenti: un Clanton immarcabile per i neocastellani che non hanno un pivot di stazza tale da poter impensierire il colosso d’ebano massagnese, ed esterni in grado di far male dal perimetro. Se poi ci aggiungiamo la grande energia di Ballard e la regia del duo Martino-Solcà, abbiamo un quadro completo della completezza della squadra di Gubitosa. C’è un solo ma, ed è quello legato alla “testa” dei giocatori, perché oramai è assodato che la Sam può farsi del male molto più da sola di quanto possano fare le avversarie, Olympic escluso. Ci sono almeno due fattori a sostegno di questa opinione: l’indolenza che a volte accompagna alcuni giocatori nella propria area difensiva e la ricerca continua del fallo tecnico: sono due fattori che sono devastanti a livello mentale. Il fatto di non essere sufficientemente concentrati in difesa, permette all’avversaria di turno di avere spazi per i rimbalzi, secondi tiri e via dicendo, il che costringe poi la squadra a fare ulteriori sforzi per rimediare con il conseguente spreco di energie: e nei playoff, con le partite a susseguirsi a buon ritmo, il recupero non è sempre scontato. Si è visto, sempre a Massagno, come la difesa efficace metta alle corde le mancanze tecniche dell’avversaria di turno e allora ci si chiede, a volte, perché non percorrere sempre quella strada. La “ricerca” dei falli tecnici, opera nella quale i due fratelli Mladjan sono spesso protagonisti, è un ulteriore spreco di energie psicofisiche, non produce che danni alla squadra, un fallo in più al giocatore, un fallo in più che favorisce l’avversaria con un canestro gratis e provoca un disagio sia negli arbitri che ti fischiano il tecnico, sia nel giocatore che “perde” la concentrazione e la sua resa in campo. Chi non ne fosse convinto, vada a vedere la resa di certi giocatori dopo che hanno subito un tecnico, perché il vittimismo che li accompagna toglie concentrazione e dinamismo, ledendo il gioco di tutta la squadra per diversi minuti, obbligando magari il coach a fare sostituzioni forzate. Se ci pensassero, forse le bocche rimarrebbero chiuse, tanto il fischio è partito e non torna indietro.

Detto ciò, l’augurio è di vedere una Spinelli determinata e concentrata per 40 minuti, perché Neuchâtel non è una vittima designata ma un complesso che può anche fare male.

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