Basket

Olympic campione svizzero

Massagno, privo del coach e di elementi fondamentali, è stato sconfitto anche in gara-4

L’Olympic vince gara 4 per 82 a 70 e si aggiudica il titolo: un risultato che ci si poteva aspettare, dopo l’infortunio a Williams, ma che ha assunto una forma più dolce per il grande impegno della Spinelli che, anche in questa ultima sfida, è andata oltre i propri limiti. E questo deve essere un punto di partenza per la squadra di Gubitosa, stasera sostituito da Cabibbo in panca per la squalifica.
Una Spinelli che ha comandato il gioco nel primo quarto, concedendo nulla a un Olympic spaesato e impreciso che, dopo il 6 a 8 al 3’, è sprofondato a 6 a 19 al 6’, grazie a un gioco ragionato e senza forzature: 4 palle perse dai burgundi capitalizzate al meglio. Trend continuato sino al 10’, chiuso sul 12 a 25 con la tripla di Dusan Mladjan.

Stessa musica nel secondo quarto con il 20 a 33 al 5’ dopo due canestri di James a rintuzzare i 5 punti di Kovac: poi si segna a singhiozzo sino al 20’, 26 a 36. Percentuali di 11/33 per l’Olympic, 14/33 per Massagno, 9 palle perse contro le 4 ospiti, 26 a 19 i rimbalzi. Tornati in campo sale in cattedra Jordan con 4 punti consecutivi, la Sam reagisce con Andjelkovic e Bogues, 30 a 39 al 3’. Poi l’attacco della Sam si disunisce, c’è qualche individualità di troppo e l’Olympic ne approfitta con un parziale di 18 a 4 che al 5’ dice +3, con Jordan che firma il 48 a 43. La Spinelli non cede, Marko Mladjan mette una tripla, Galloway 3 punti e torna a-4, 54 a 50, prima della tripla di Solcà, 57 a 51 al 30’.
Ultimo quarto con Bogues che mette il 2+1, 59 a 57 al 3’. Poi c’è Mbala che mette 8 punti, con 2 triple, parziale di 9 a 0: 68 a 57. Olympic ha più energie e maggior lucidità: la Spinelli non è più coesa e i burgundi controllano. Martino mette 5 punti, si va a -8 all’8’. Marko Mladjan fa due falli consecutivi di frustrazione, la partita scivola con Ballard e Kovac che mette gli ultimi 2 liberi della stagione: 82 a 70. Game over.
Prima dei singoli, va elogiato l’arbitraggio corretto e lineare per 40 minuti, con il sorriso e il dialogo e nessuna scena di isterismo: Michaelides, Novakovic e Stojcev bravissimi. E veniamo a Massagno, detto che l’Olympic ha avuto in Mbala e Jordan gli assi portanti della fuga nel secondo tempo, e in Kovac il solito terminale. Ma Massagno ha dimostrato di esserci sino alla fine, pagando a caro prezzo l’assenza di Williams e Zoccoletti, ma lottando con lucidità sino a quando le energie sono durate. Nel primo tempo han tenuto i burgundi a 26 punti poi, nel terzo quarto il passaggio a vuoto per un 31 a 15 troppo brutto
per essere vero. Il 25 a 19 dell’ultimo quarto il segno di non voler mollare sino alla fine. Un punto d’orgoglio che deve gratifica tutti i dirigenti e i tifosi. Nessuno ha demeritato, chi in difesa, chi in attacco, ha dato il meglio: poi ci stanno gli errori e qualche sbavatura ma non si possono attribuire colpe specifiche. Una panchina corta al cospetto di una formata da 10 fra stranieri e nazionali che comunque si è sudata ogni canestro. Aver fatto dubitare l’Olympic per oltre tre quarti di gara è stato importante.
Troviamo Gubitosa a casa anziché l’irraggiungibile Cabibbo: “Innazitutto i complimenti agli arbitri a dimostrazione che sanno arbitrare con coerenza e molto bene. Poi i complimenti ai miei che han lottato su
ogni pallone: peccato che nel terzo quarto abbiamo concesso 17 punti in contropiede, frutto di cattive scelte e qualche distrazione ma, onestamente non si poteva chiedere di più. Con il rammarico di non aver potuto giocarci le Finale al completo.”

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