Olimpiadi

Il Cio toglie la sospensione della Russia

In vigore dal 5 dicembre a seguito dello scandalo doping, aveva impedito a Mosca di utilizzare inno e bandiera ai Giochi di Pyeongchang

28 febbraio 2018
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La notizia era attesa e in queste ore è giunta la conferma ufficiale: il comitato olimpico internazionale (Cio) ha tolto la sospensione inflitta al comitato olimpico russo, in vigore dal 5 dicembre a seguito dello scandalo del doping di Stato messo in piedi da Mosca. Il numero uno del massimo organo olimpico russo, Alexander Juvok, ha affermato che l'entità da lui presieduta è stata totalmente reintegrata quale membro del Cio, con tutti i diritti che le competono. Come si ricorderà, la sospensione aveva portato all'esclusione della Russia dai Giochi olimpici di Pyeongchang. Solo 167 atleti russi, giudicati estranei al doping da un'apposita commisione, avevano potuto prendere parte alla manifestazione. Erano stati iscritti quali “atleti olimpici russi” ed erano sfilati sotto il vessillo a cinque cerchi, in quanto il Cio aveva proibito l'utilizzo della bandiera e dell'inno russi. Nel corso delle due settimane in Corea de Sud, era stata ventilata l'ipotesi di permettere agli atleti russi di utilizzare la loro bandiera in occasione della sfilata della cerimonia di chiusura, ma i casi di doping che avevano colpito il “curlista” Krushelnitsky e la bobbista Sergeeva avevano indotto il Cio a desistere. «La riammissione della Russia in seno al comitato olimpico – ha precisato Jukov – era legata all'esito dei test antidoping condotti sui nostri atleti durante le Olimpiadi. Nella lettera inviataci dal Cio si precisa che tutti i test (eccettuati i due già citati, ndr.) sono risultati negativi, per cui è scattata la decisione automatica in merito al nostro reintegro».

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