Speciale Elezioni 23

Partito Comunista

Quali sono le vostre priorità per la prossima legislatura a livello federale?

Sono tanti i problemi che i lavoratori e i ceti popolari devono affrontare: dai bassi salari ai premi di cassa malati, passando dal carovita, ma non ci si può illudere di risolverli se non si va a monte... tutto dipende infatti da due priorità assolute che il Partito Comunista – al netto della collocazione ideologica di ciascuno – ritiene possano unire i cittadini svizzeri: sono le priorità sintetizzate dal nome della nostra lista No UE e No NATO. Se non salviamo la nostra neutralità e sovranità anche il benessere e i diritti sociali saranno irrimediabilmente compromessi. Dire No alla NATO significa dire Sì alla pace: rivendicare cioè una politica estera di non allineamento e una politica militare che si attenga alla più stretta neutralità. È la diplomazia, un tempo nostro fiore all’occhiello, a favorire la de-escalation dei conflitti, certamente non la riesportazione di armi all’Ucraina! E invece, dall’addestramento delle truppe ai vincoli tecnologici sugli armamenti, fino alla partecipazione a scenari bellici creati dagli USA contro i nostri interessi, ci siamo resi sempre più succubi della NATO. Per questo vogliamo rimpatriare i nostri soldati dal Kosovo e ci opponiamo allo SkyShield che rende la Svizzera un bersaglio. Dire invece No all’UE significa sia difendere la sovranità e i diritti democratici, sia favorire una diversificazione dei partner commerciali, così che la Svizzera non dipenda esclusivamente dal mercato euro-atlantico sempre più in crisi, ma al contrario si apra alle economie emergenti (come i BRICS). L’UE è pure sinonimo di privatizzazione dei servizi pubblici e di liberalizzazione del mercato del lavoro. Se quindi non rinegoziamo gli accordi bilaterali non ci saranno miglioramenti né per i lavoratori né per gli artigiani e i piccoli imprenditori. Ci impegniamo per frenare la “guerra fra poveri”, il
dumping salariale, la concorrenza dei “padroncini”, le infiltrazioni mafiose ecc. Da ultimo vogliamo tutelare il nostro territorio, distanziandoci però dalle mode green e moraliste che fanno pagare ai cittadini la transizione ecologica senza preoccuparsi dell’autoapprovvigionamento del Paese. Contadini e allevatori devono essere ascoltati se vogliamo difendere la natura, ecco perché vogliamo estendere il principio della sovranità alimentare oltre il Ticino, promuovendo filiere corte, arrestando la perdita di terre coltive e quando necessario anche sopprimendo i grandi predatori.

Realisticamente e concretamente, quali sono i vostri obiettivi per il Nazionale e per gli Stati?

Votare la lista No UE-No NATO significa dare un segnale politico di netta protesta per come è stato guidato il Paese nell’ultima legislatura, ma anche costruire nuove dinamiche che pongano al centro la neutralità, il lavoro e il servizio pubblico. Il nostro quindi, più che un obiettivo strettamente elettorale, è la volontà di essere un’alternativa coerente sia all’attuale classe dirigente borghese, che ci rende precari e sta distruggendo la credibilità del nostro Paese nel mondo, sia a una sinistra spocchiosa che ha perso la bussola. A Berna hanno dimostrato di essere incapaci di leggere la nuova fase storica. Non solo la guerra è tragicamente tornata in Europa, ma gli equilibri geopolitici ed economici stanno radicalmente mutando: il mondo sta diventando multipolare, ma la Svizzera ufficiale, invece di valorizzare la sua indipendenza e il suo storico ruolo di neutralità e mediazione, ha deciso di schierarsi non con le nazioni emergenti ma con UE, USA e NATO (che sono in declino!). E la sinistra rosso-verde, che un tempo predicava il disarmo, il dialogo e la pace, ora invece chiede più sanzioni (che danneggiano peraltro solo il potere d’acquisto dei lavoratori) e addirittura l’esportazione di armi a un Paese in guerra (mettendo così a repentaglio la nostra stessa sicurezza).
Ebbene, il Partito Comunista non ci sta, resta coerente con la tradizione del PdL di Pietro Monetti, e aggrega intorno alle sue due priorità tutti coloro che alla neutralità uniscono i diritti sociali e del lavoro, nonché il ripristino delle regie federali (partendo dalla Posta) che i processi di liberalizzazione imposti dal grande capitale europeo hanno indebolito.

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Scheda del partito
logo Partito Comunista

PARTITO COMUNISTA

Nome lista: No UE - no NATO
Numero lista: 13
Anno fondazione
1944
Temi importanti
  • Neutralità e sovranità nazionale
  • Lavoro: no a salari da fame
  • Servizio pubblico: ripristino delle regie federali
Posizionamento nello spettro politico
sinistra
destra
sinistra
Età media dei candidati
31
Schede dei candidati:

Massimiliano Ay

28.10.1982
Segretario del Partito Comunista
Consiglio degli Stati nr 10Consiglio Nazionale nr 1

Edoardo Cappelletti

02.12.1994
Giurista
Consiglio degli StatiConsiglio Nazionale nr 2

Zeno Casella

11.10.1996
Insegnante
Consiglio degli StatiConsiglio Nazionale nr 3

Lea Ferrari

29.10.1991
Agronoma e pianificatrice del territorio
Consiglio degli StatiConsiglio Nazionale nr 4

Luca Frei

19.06.1998
Studente universitario
Consiglio degli StatiConsiglio Nazionale nr 5

Mixaris Gerosa

02.10.1975
Formatrice di adulti
Consiglio degli StatiConsiglio Nazionale nr 6

Martino Marconi

16.07.1999
Studente universitario
Consiglio degli StatiConsiglio Nazionale nr 7

Alberto Togni

14.07.1994
Impiegato
Consiglio degli StatiConsiglio Nazionale nr 8