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’ndrangheta, identikit dei due arrestati nel Luganese

Nell’edizione odierna anche la storia di Morena Pedruzzi, unica sopravvissuta ticinese all’attentato del 2011 a Marrakech, i tassisti asconesi e Pier Tami

18 novembre 2021
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Droga, soldi, viaggi a Berna e in Germania... Il filone svizzero della vasta inchiesta toscana anti-’ndrangheta, e meglio contro la cosca Molè, sfociata di recente nell’ondata di arresti che ha appunto interessato anche la Svizzera, porta anche in Ticino e più precisamente a Lugano, dove due cittadini italiani sono stati arrestati dalla Polizia cantonale che ha eseguito l’ordinanza di custodia cautelare in carcere firmata dal giudice delle indagini preliminari Giampaolo Boninsegna del Tribunale di Firenze, ordinanza che ha spedito dietro le sbarre
tredici persone, fra cui due donne.

“Risollevarsi – La mia vita dopo un attentato terroristico” (Istituto editoriale ticinese), è il libro fresco di stampa scritto da Morena Pedruzzi, che a dieci anni dalla bomba esplosa al caffè Argana di Marrakech ha deciso di rompere il silenzio e raccontare la sua storia e il suo percorso di guarigione, iniziato subito dopo quel maledetto 28 aprile 2011, quando nell’attentato terroristico che fece 17 vittime perirono anche tre ragazzi del Bellinzonese che si trovavano in vacanza con lei: Corrado ‘Mondo’ Mondada, Cristina ‘Chichi’ Caccia e André Da Silva Costa. «Questa storia mi ha cambiato un po’ in tutto: nel lavoro, nelle relazioni, in famiglia».

Tornando in Ticino e proprio nel Bellinzonese, parliamo del progetto partito dall’Istituto scolastico di Sementina ma che potrebbe venir esteso alle mense di tutte le scuole della capitale: attraverso l’iscrizione alla piattaforma Too Good To Go, che dal 2018 collega clienti a ristoranti e negozi che hanno eccedenze alimentari invendute, si cerca appunto di non gettare nella spazzatura cibo ancora buono e commestibile. «Non lo facciamo per guadagnare, ma è un progetto in cui crediamo soprattutto per l’aspetto sociale ed ecologico: non vogliamo sprecare dei pasti quando c’è gente che fa fatica economicamente», spiega Renato Bison, capodicastero Educazione della Città
di Bellinzona.

Ci spostiamo in taxi nel Locarnese, sperando di non finire in nessun ingorgo come invece sembra essere capitato alla questione dei tassisti concessionari di Ascona, con il semaforo ancora fermo sul rosso a causa di un ricorso al Consiglio di Stato contro la nuova Ordinanza municipale messa in pubblicazione dal Municipio del Borgo dal 3 novembre al 3 dicembre.

Viaggia invece speditissimo verso i Mondiali del 2022 in Qatar il locarnese Pier Tami, direttore delle squadre nazionali svizzere in seno all’Asf, con il quale siamo tornati sulla splendida qualificazione alla rassegna iridata della Nazionale guidata da Murat Yakin, «l’uomo delle soluzioni».

Sportiva lettura!

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