Commento

Nuove sfide per l’Osi

La direttrice artistica e amministrativa Denise Fedeli lascerà tra un anno. 'Bisognerà trovare un profilo di eccellenza'

5 novembre 2019
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Mentre l’Orchestra della Svizzera italiana si prepara al secondo concerto della nuova stagione, con il Lac tutto esaurito già da tempo, la notizia: Denise Fedeli lascerà tra un anno la direzione artistica e amministrativa dell’Osi. Ripensando al recente passato dell’orchestra, in particolare alle difficili trattative con la Ssr che hanno messo a rischio l’esistenza stessa dell’Osi, è inevitabile pensare a una nuova crisi per quella che, vale sempre la pena ricordarlo, è un’eccellenza culturale del nostro territorio – ma su questo torneremo meglio dopo. Il comunicato stampa sceglie tuttavia con cura le parole per allontanare qualsiasi idea di incertezza. Fin dal titolo: “Denise Fedeli pensa al futuro dell’Osi”. Il concetto, in breve, è: l’Osi ha trovato una sua strada, adesso si tratta di percorrerla con determinazione, guardando a un futuro che vada oltre il 2030. E per questo serve un nuovo direttore che nelle intenzioni dovrà succedere a Denise Fedeli tra un anno, in piena continuità. Se vogliamo, la notizia non è la partenza di Denise Fedeli – che si occuperà ancora della prossima stagione e imposterà quella successiva, 2021-22 – ma la ricerca di un nuovo direttore artistico-amministrativo che la affiancherà e la sostituirà.
Purtroppo su questa ricerca i dettagli disponibili sono ancora pochi: “Bisognerà trovare un profilo di eccellenza”, si legge nel comunicato. Al di della banalità dell’affermazione – chi mai direbbe di cercare un profilo mediocre? – non si indica né il come, né il tipo di “eccellenza” richiesta. Il che non è affatto un punto secondario, perché la ricerca del direttore non sarà una sfida sola, per l’Osi, ma un insieme di sfide. Innanzitutto il nuovo direttore o la nuova direttrice dovrà occuparsi sia degli aspetti artistici sia di quelli amministrativi, passando dagli spartiti ai business plan: due compiti non solo impegnativi ma anche molto diversi, tanto che varrebbe la pena valutare una separazione delle due funzioni, avere insomma una direzione artistica e una direzione operativa. Ma il punto più delicato, in questa fase di ricerca, è forse un altro: si è detto che l’Osi è un’eccellenza della Svizzera italiana, e questo sia nel senso di rappresentare la nostra regione a livello nazionale e internazionale – come dimostra l’elenco delle tournée e dei progetti discografici premiati – sia di stimolare la vita musicale locale con proposte di qualità, e su questo punto vale la pena citare non solo la stagione al Lac e all’Auditorio, ma anche i concerti per famiglie e le scuole e le altre iniziative che un’orchestra in visita, per quanto prestigiosa, non può certo garantire. Su quest’ultimo punto va osservato che negli ultimi anni l’Osi ha aumentato le collaborazioni con le altre realtà culturali della Svizzera italiana.
Una doppia anima, legata al territorio e aperta al mondo, che se da una parte è la ragion d’essere dell’Orchestra della Svizzera italiana, dall’altra rende ancora più impegnativo il compito di trovare questo “profilo di eccellenza” che in futuro dovrà guidare l’Osi. Un futuro che inizierà tra un anno, che non è moltissimo, tenendo conto dei tempi della musica classica.

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