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Non a spese del paesaggio!

L’8 novembre si è tenuta una serata informativa sul parco fotovoltaico che dovrebbe sorgere nell’alta Valle Duragno. Durante l’incontro si sono però trascurati alcuni aspetti sostanziali. Per cominciare, l’effetto estetico è ancora più agghiacciante di quello che si poteva immaginare. L’impianto si estenderà su 7 ettari di pascoli (con polle sorgive) tuttora utilizzati dagli alpigiani e vitali per numerose specie animali: l’impatto ambientale non sarà di lieve entità, sebbene i risvolti legati alla compromissione delle risorse naturali siano stati ignorati.
Si è spiegato che la struttura fornirà, al massimo del suo rendimento, l’equivalente energetico utile a circa 4’000 economie domestiche. Ma non si tratta di 4’000 famiglie, come presumono gli abitanti del fondovalle (lo si è percepito dalle domande finali). Si tratta di far funzionare innanzitutto l’impianto di risalita del Tamaro; si tratta dell’energia necessaria per riscaldare l’acqua dello Splash&Spa; bollette più contenute per gli indigeni, questo forse sì.
Il primo passo per raggiungere la neutralità climatica è la riduzione dei consumi, non solo di energia, ma anche di materie prime (la Svizzera ha un’impronta ecologica pari a 2,8 pianeti). Qui invece si propongono nuove infrastrutture consumatrici di suolo e nuovo disturbo; si sottrae ulteriore spazio libero alla natura mettendo a rischio il delicato equilibrio di un comparto montano. Di fatto sarà distrutto un luogo incantevole nonostante ci sia ancora un ampio potenziale per la posa di pannelli nelle zone edificate. Dai parchi nazionali ai parchi solari alpini. Stiamo di nuovo svendendo il nostro paesaggio, che è l’unica ricchezza della Svizzera. Per chi vuole riflettere suggerisco la lettura dell’ultimo libro di Marco A. Ferrari, Assalto alle Alpi, Einaudi 2023.

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