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Chiesa cattolica e l’imposta di culto religioso

Da anni oramai la Cc si distingue per i suoi scandali: abusi sessuali, violenze ad ampio raggio, illeciti finanziari. Il tutto condito da una dose generosa di omertà, insabbiamenti, e “dulcis in fundo” sparizioni misteriose (ma qui i miracoli non c’entrano) di dossier scottanti: insomma la crème del peggio. Quanto emerge dalla ricerca (parziale oltretutto poiché ci vorranno altri anni per avere un quadro chiaro) indipendente condotta dalle ricercatrici dell’Università di Zurigo lascia nauseati e indignati.

In parecchi comuni vige il pagamento della cosiddetta imposta di culto in forma occulta nel senso che essa è inclusa nel pacchetto completo che il cittadino contribuente versa al proprio comune in questo caso stipendio del parroco (la congrua) e annessi. In altri comuni la stessa è pagata su base volontaria.

Dopo tutto questo marciume che sta emergendo penso sia doveroso ripensare a fondo al finanziamento della Cc da parte del cittadino contribuente. Delle scuse della Cc non so che farne. Per contro si sa che la Cc è molto sensibile al tema finanziario malgrado i suoi proclami di povertà. Personalmente non sono assolutamente più disposta a versare un centesimo a una istituzione del genere. Non ho avuto figli ma non lascerei mai una/un nipote o un/una bambino/a in mano a un prete.

Dunque tale imposta a mio modo di vedere deve essere una scelta personale e non essere inclusa in maniera oscura nelle imposte correnti che devono coprire unicamente il servizio pubblico.

La Cc ha imboccato una strada che oramai porta all’apoptosi (termine scientifico azzeccato ovvero morte programmata). Di questa situazione è lei stessa responsabile. Amen senza Requiem per la Cc.

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