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In funivia tra Ambrì e Fusio?

L’esercizio annuale della prospettata funivia tra Fusio (1’280 m s.l.m.) e Ambrì (990 m s.l.m.) può essere diviso in due “fasce” temporali, tenendo conto della copertura nevosa che potenzialmente può caratterizzare le stazioni a valle.
Periodo con neve: da fine ottobre/inizio novembre a fine marzo/inizio aprile. Che attrattività potrebbe avere un collegamento simile?
Periodo senza neve: da aprile a inizio novembre. Attrattività un po’ migliore?

Il progetto mi sembra non nasca dalle necessità di due comunità (non mi pare da Quinto) ma dal mostrare attenzione politica verso zone periferiche (Lavizzara lo è in pieno), con la proposta tecnica meno costosa. Lo studio di massima (credito di 350’000 fr.) aveva scartato il tunnel di base (costo 150 milioni) e lasciava la scelta tra galleria in quota o funivia. La teleferica proposta ora costa 33 milioni di franchi (+/- 30%). Quindi minimo 23,1 e massimo 42,9 mio. Quasi sempre i costi aumentano. Esercizio e manutenzione richiedono 2 milioni annui. Il CdS nel 2023 ha licenziato il messaggio da 800’000 fr. per il progetto di massima.

Anche se la funivia rientrasse nella rete svizzera dei trasporti pubblici e beneficiasse di contributi federali e cantonali (per costruzione ed esercizio) si tratta sempre di soldi pagati dai contribuenti. Con pochi utenti, come potrebbe essere il caso, non è che si possa poi sopprimere il servizio come fosse una semplice linea di bus. L’impianto verrebbe chiuso lasciando tracce indelebili in una natura non (ancora) modificata dall’uomo.

Ritengo che il credito non vada approvato e che per la Lavizzara si consideri con priorità il miglioramento dell’accesso da Cevio. Gli importi disponibili potrebbero essere suddivisi per il potenziamento del trasporto pubblico, delle possibilità di pernottamento, dell’allevamento, produzione latticini e cura del territorio. Chiesa di Mogno, pista di pattinaggio, attività artigianali e culturali legate al marmo, bellezza dei villaggi, capanne alpine, sentieri, itinerari per “rampichini”, sono aspetti presenti che potrebbero essere affiancati da altre opportunità.

Innalzare la diga del Sambuco significa grandi cantieri. Sarà un’opera interessante ma che porterà disagi in valle. Aet e Ofima dovranno essere tempestive nel coinvolgere le Autorità. Bisognerà prevedere al meglio i trasporti dei materiali, in particolare per il cemento. Per l’esistente diga (inaugurata nel 1956) il cemento giungeva in teleferica (poi smontata) da Rodi-Fiesso.

In Ticino ci sono diversi impianti a fune: a esercizio estivo (e invernale ma senza pratica dello sci), aperti solo d’inverno, sempre aperti o con funzione di trasporto pubblico (per es. funivie Centovalli). Sono importanti per l’economia locale. Parecchi (per es. funicolare Ritom, aperta dal 1921) hanno un ruolo trainante e in futuro dovranno essere rinnovati o potenziati (per es. nuova funivia Alpe Foppa-Motto Rotondo, che completa l’offerta del Tamaro).
Io credo opportuno concentrarsi sull’esistente e non aggiungere un impianto che rischia forte di avere pochi utenti.

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