I dibattiti

Guerra alla realtà

C’è qualcosa che mi meraviglia, nell’agitazione politica che stanno suscitando due pagine dell’Agenda scolastica 2023/2024. Sarebbe davvero un peccato se ci concentrassimo solo su quella che (per il momento) è una pagliuzza nell’occhio del Decs, continuando a ignorare la trave che la politica ha piantato nel cuore della nostra società.

Da qualche mese, in Svizzera, qualunque sedicenne può fare valere un nuovo potere semi-divino, che è stato letteralmente inventato dal Parlamento federale – il potere di cambiare il proprio sesso, a piacimento.

Bastano 75 franchi, un’autodichiarazione e l’appuntamento con l'ufficiale di stato civile. La procedura si può addirittura ripetere più volte, avanti e indietro, senza bisogno di valutazioni mediche. I sedicenni (minorenni), che non possono né guidare né votare, possono accedere alla procedura senza bisogno del consenso dei genitori.

Con questa modifica di legge, la Svizzera ha sdoganato – alla chetichella, senza bisogno di passare davanti al popolo – le rivendicazioni di una minoranza radicalizzata. È stato istituzionalizzato un delirio di onnipotenza, ben nascosto dietro la bandiera dell’“inclusione” – una dichiarazione di guerra alla realtà e al senso comune.

La destinazione finale di questo primo esperimento di indottrinamento è già chiara: introdurre l’idea perversa e antiscientifica che esista un “terzo sesso”, qualunque cosa sia – con tanti saluti alla biologia. La logica perversa alla base di questo movimento è questa: ognuno è il giudice unico sulla propria identità, e non esiste autorità superiore che possa contraddirlo.

Se accettiamo questa propaganda sulla “fluidità di genere”, rischiamo però di spalancare la porta a molte altre teorie alternative. Se la biologia diventa un campo nel quale i dati scientifici non hanno validità, come giustificheremo il fatto che chi nega il cambiamento climatico – o il fatto che la terra sia rotonda – oggi nel nostro dibattito pubblico venga trattato come un impresentabile?

Occorre perciò che le persone ragionevoli si facciano coraggio e – nonostante il pericolo di finire alla gogna pubblica sui social media – dicano ad alta voce quella che fino a pochi anni fa era una verità di buon senso. Un uomo è un uomo e una donna è una donna – per essere precisi, un essere umano adulto di sesso maschile e femminile.

Ha quindi fatto male a mio avviso il Consigliere nazionale Alex Farinelli a intorbidire le acque del dibattito, mescolando la questione dell’“identità di genere” con i diritti della comunità Lgbt. L’orientamento sessuale è una libera scelta di ogni individuo: ognuno può amare chi vuole — il sesso invece è un fatto biologico, che l’individuo non ha il potere di scegliersi da sé o di cambiare, così come non abbiamo il potere di abolire la forza di gravità.

Chi fa politica per il bene di questo Paese ha il dovere di proteggerlo dai nuovi estremismi, di destra e di sinistra – un dovere che riguarda in particolar modo le nostre figlie e i nostri figli, in quel periodo delicatissimo del loro sviluppo che è l’adolescenza.

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