laR+ I dibattiti

Di verde e di cervelat

L'arte dell'interrogazione comunale. Perché la critica costruttiva fa parte del vivere civile. E il denigrare chi la fa è bullismo sociale

Claudia Crivelli Barella
(Ti-Press)

Ringrazio il Municipio di Mendrisio per la risposta alla nostra interrogazione dell’8 maggio sui bulbi di tulipani che ha permesso di mettere in luce la strategia del verde e diversi punti che alla cittadinanza non erano per niente chiari. A questo servono le interrogazioni al Municipio: a porre delle questioni pertinenti laddove qualcuno intraveda dei punti critici o delle aree non chiare. Non si pongono interrogazioni per provocare (passati i diciotto anni, provocare risulta una pratica molto poco interessante), per avere un qualche tipo di visibilità (della quale si farebbe volentieri a meno, peraltro), o per rompere le scatole (se si ritiene di far parte di una collettività, nelle scatole ci si abita, quindi meglio non romperle).

Certo, si potrebbe fare una telefonata e chiedere informazioni, ma una risposta scritta permette di raccogliere le idee a chi scrive e a chi legge, che non è cosa di poco conto quando si è interessati al bene comune. E un Consiglio comunale ha il preciso compito di dare accoglienza e risonanza al comune interesse.

Assistiamo a troppe divisioni nel mondo, in politica e nei gruppi… Io penso che la critica costruttiva e rispettosa faccia parte del vivere civile, altrimenti si diventa soltanto scodinzolatori davanti al potere; e penso anche che il denigrare e l’emarginare chi muove uno spunto critico sia un atto a volte violento di bullismo sociale.

Certo, ogni gioco ha le proprie regole, ma sarebbe bello vivere in un mondo che vada un po’ più in là nell’apertura e nella riflessione, un mondo dove non ci si limiti a tifoserie, a grida di vero o falso, giusto o sbagliato, corretto o da sotterrare sotto un mare di improperi. Ringrazio la persona che mi ha detto che sono “un faro nella notte”: questa notte è piena di venti gelidi divisivi, ma abbiamo tutte e tutti il desiderio di luce e di calore, di rispetto e di ricerca di un vivere migliore. Siamo tutte e tutti fari, quando ci impegniamo ad accendere domande e luci.

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