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No ai tagli

La votazione popolare del 15 maggio sarà fondamentale per il futuro del Ticino perché si inserisce in un contesto di crisi di vario genere da affrontare. La crisi sanitaria appena finita ci ha mostrato in modo inequivocabile l’importanza di avere uno Stato forte che sia in grado d’intervenire a sostegno della popolazione e dell’economia.

La crisi ambientale e climatica per essere affrontata in modo incisivo e coerente necessita anch’essa di mezzi finanziari importanti per la transizione ecologica. Il surriscaldamento climatico va affrontato adesso o nei prossimi anni, non possiamo rimandare. Questo lo dobbiamo alle future generazioni.

La crisi sociale attuale e i bisogni sociali che aumentano e che già prevediamo per domani, ad esempio legati all’invecchiamento della popolazione, non permettono nemmeno d’immaginare dei tagli con il conseguente peggioramento dei servizi ai cittadini e alle cittadine, in particolare a quelli e quelle meno abbienti. Il raggiungimento del pareggio di bilancio in questo momento non può quindi essere una priorità e ogni risanamento finanziario deve essere equilibrato.

Non devono essere le fasce più deboli o il ceto medio a dover pagare le conseguenze causate da un sistema economico ingiusto. Le spese aumentano a causa dell’evoluzione dei bisogni della società e non a causa d’inutili lussi che non possiamo permetterci.

La ricchezza infatti aumenta ma si concentra sempre più su pochi. Quando le cose vanno male, lo Stato deve poter intervenire. Immaginare di tagliare le spese pubbliche senza pensare a come aumentare le entrate, in un contesto di crisi importanti da affrontare è molto pericoloso e non è responsabile.

Per questo voterò un chiaro No al "Decreto legislativo concernente il pareggio del conto economico…".

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