Il dibattito

Legge sulla caccia. Perché un “sì”

La fauna è patrimonio di tutti e interessa soprattutto coloro che vivono da vicino il territorio, quindi diciamo “sì” a questa legge utile alle regioni di montagna e che aggiorna e rivitalizza una vecchia legislazione ormai superata dai tempi.

(Ti-Press)
17 agosto 2020
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Voteremo questa legge il 27 settembre prossimo e a quel momento il popolo svizzero avrà avuto tutto il tempo per informarsi a fondo sul tema. Il termine “caccia” farebbe pensare a un tema riguardante solo i cacciatori, per cui, chi non lo è, può anche esserne contrario. È qui che sta l’errore. Gli animali selvatici popolano il nostro territorio e noi cittadini dobbiamo conviverci, ma gli abitanti delle zone di montagna sicuramente sentono il tema più dei cittadini urbani, o almeno in modo diverso, per cui anche questa volta ci sarà una divisione tra valli e città.

Questa è una legge che viene aggiornata e rinnovata dopo ben 32 anni. In questi anni molte cose sono cambiate, dall’evolversi delle specie (sia nel numero degli animali come nel loro comportamento), all’aumento degli insediamenti umani, al traffico; dai mutamenti climatici all’insediamento sul territorio di nuove specie di animali selvatici. Non tutti i problemi verranno risolti con la nuova legge, ma almeno verranno monitorati più da vicino da parte di persone qualificate a svolgere tali funzioni.

La nuova legge è il risultato di anni di studi e analisi da parte di uffici e ambienti competenti, e questa è già una garanzia. In quanto ex-allevatore avrei preferito misure più drastiche sul contenimento nell’insediamento dei grandi predatori (lupi, orsi, ecc.) nelle nostre vallate perché costituiscono un reale problema per i nostri allevatori, che sono i veri gestori e curatori del territorio e della biodiversità. Pure sulla caccia al cervo, che aumenta di numero in modo marcato, avrei preferito più libertà, ma a questo ci penseranno gli uffici caccia e pesca cantonali nell’emettere i dovuti ordinamenti e correggere, si spera, eventuali scompensi. Il buono della legge è proprio questo: monitorare e regolare le disposizioni in base all’evolversi delle situazioni sul territorio.

Certi problemi vengono creati non solo dagli umani ma dalle specie animali stesse, per esempio, la pressione dei cervi sui camosci che, con il loro aumento esponenziale, tolgono spazi ai secondi, o le predazioni delle volpi sulle nidiate o cucciolate dei piccoli animali (fagiani, lepri, ecc.). Questo è quanto sento dire dagli esperti in materia venatoria. La fauna è patrimonio di tutti e interessa soprattutto coloro che vivono da vicino il territorio, quindi diciamo “sì” a questa legge utile alle regioni di montagna e che aggiorna e rivitalizza una vecchia legislazione ormai superata dai tempi.

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