Il dibattito

Ritorno al futuro

Ripartire cioè cercando nuove strade che ci prospettino un mondo migliore del precedente

22 giugno 2020
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Bene ha fatto Marco Fantuzzi, a proporre da questa tribuna un'analisi ed alcune centrate riflessioni intorno alla pandemia e al cosiddetto ritorno alla normalità.
Cosa succederà, ammesso che non ci siano i ritorni di fiamma che le autorità sanitarie pur paventano, se tutto non sarà più come prima? Giocando con le parole e parafrasando il titolo di una serie film di qualche anno fa, mi piacerebbe si potesse parlare di un ritorno... al futuro; e non soltanto di aiuti statali e sussidi, indispensabili per sostenere l'economia in questo momento. Ripartire cioè cercando nuove strade che ci prospettino un mondo migliore del precedente.
La pandemia ha riportato alla luce ed esasperato problematiche planetarie che vanno affrontate e risolte tramite soluzioni altrettanto globali (relativamente facili da realizzare se ci fosse una volontà unica e dominante con poteri decisionali, invece degli innumerevoli interessi nazionali, economici, sociali e politici in lotta tra di loro): la distribuzione irrazionale sia della produzione di beni nel mondo sia della ricchezza e dei servizi, i problemi legati al sottosviluppo delle zone povere e delle classi inferiori dei paesi ricchi, il predominio incontrastato della finanza e delle leggi di mercato, lo sfruttamento irresponsabile delle risorse e il conseguente degrado ambientale.
Forse per la prima volta nella storia è il sistema economico globale a doversi mettere in gioco per affrontare le conseguenze di una catastrofe (che potrebbe un domani ripetersi sotto altre forme) e trovare una via di uscita; e qui forze contrapposte si affrontano, tra reazione, compromesso e progresso. Bisogna avere idee chiare e saper scegliere, dal momento che molti esperti parlano di un pianeta non messo proprio bene.
È su questo sistema che sarebbe necessario intervenire radicalmente con soluzioni inedite, dato che i recenti modelli di riferimento non hanno dato i risultati sperati: non il socialismo reale e non il capitalismo, pur con tutti i “ma” e i “se” del caso. Gli intellettuali hanno in passato proposto modelli teorici di società come Platone nella Repubblica o Tommaso Campanella con La Città del sole; ci sono state anche forme di governo virtuose, seppur circoscritte nel tempo (la Comune di Parigi). Anche ai nostri giorni ci sono intellettuali che si sforzano di prospettare modelli di società capaci di affrontare e risolvere le contraddizioni su ampia scala; meglio se non attraverso visioni utopistiche ma frutto di analisi della realtà, onde trarne giuste indicazioni che tengano conto anche degli errori commessi in passato. Resta aperta la domanda di fondo, pensando proprio al 'ritorno al futuro': quali potrebbero essere nella nostra realtà odierna, unita e divisa allo stesso tempo come non mai, i promotori, le forze sociali in grado di cambiare il mondo, di dare il via a un processo di svolta che traduca le teorie in realtà, al dilà di episodi contingenti e dal momento che non esiste più un Palazzo d'inverno da assaltare?

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