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A Bellinzona c’è molto da fare e cambiare

La crisi economica sociale e ambientale si sta acutizzando ed è oramai sotto l’occhio di tutti. Per questa ragione l’Mps si batte da sempre per la difesa delle condizioni di lavoro, dei salari e delle pensioni difendendo redditi e potere d’acquisto a favore della qualità di vita di tutti i cittadini facendone un punto centrale della sua politica. A Bellinzona invece l’attuale Municipio mette sempre più sotto pressione il potere d’acquisto del proprio personale giocandogli contro in tutti i modi. Da irresponsabile sta inoltre perdendo l’occasione unica e irripetibile che si ha oggi di progettare e rivedere la Città e i suoi quartieri con una nuova visione a 360 gradi, visto che ne cambierà il volto per almeno i prossimi 100 anni.
Pensiamo al piano viario della Città e centrocittà, al quartiere Officine, all’area ex Ferriere Cattaneo, alla Saleggina (nuovo ospedale), oltre alle nuove realizzazioni previste ma rimaste a lungo nel cassetto: Centro raccolta differenziata e Comparto S. Maria di Gudo, nuovo magazzino comunale a Carasso, nuovo centro pompieri, polizia e autoambulanze, riscatto e rinnovo dell’Espocentro per fine concessione, rinnovo palestra di Claro, nuova Si a Sementina, sistemazione ex convento a M.te Carasso, eliminazione barriere architettoniche a Palazzo civico e Collegiata, rifacimento parte alta di Viale Stazione di Bellinzona, mancata creazione di un centro giovanile di cui si parla da oltre 20 anni, creazione di centri extrascolastici e asili nido senza poi parlare dei ritardi accumulati con le varie sedi scolastiche a Bellinzona, Palasio, Sementina, Gnosca, Preonzo…
Purtroppo questo Municipio ha dimostrato, se ce ne fosse ancora bisogno, di non avere una visione d’insieme delle necessità del territorio e dei cittadini, non avendo una visione lungimirante ed essendo incapace di definire le priorità realizzative assecondando invece progetti scriteriati, come il nuovo ospedale, permettendo lo scellerato sacrificio di uno spazio verde da salvaguardare e riservare per le generazioni future. Invece di aggiornare e armonizzare il Piano regolatore e densificare le aree già edificate proponeva l’ampliamento di quelle esistenti come il comparto Nord della città. Accetta da scellerati l’inserire abitazioni nei grandi spazi artigianali delle Officine e Ferriere Cattaneo, gettando al vento superfici pregiate del tessuto urbano perdendo l’opportunità di inserite facoltà universitarie di ricerca e medicina, poli di ricerca innovativi in svariati ambiti industriali non invasivi.
Avere una visione futuristica e innovativa della Città non vuol dire affrontare queste sfide strategiche con sufficienza e una visione cieca svendendo il nostro territorio. È ora di cambiare rotta, oggi, per non commettere errori irreversibili. È ora che il Municipio non si faccia più comandare come nell’era dei baliaggi da Cantone, Confederazione e Ferrovie federali.
È perciò necessario rivedere le competenze e il flusso dei costi tra Confederazione Cantone e Comune non accettando progetti assurdi che poi gravano pesantemente sulle casse comunali e degradano il territorio.
Cambiamo ora o mai più, o non ci resterà che piangere...

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