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Il Fevi/Palexpo va in città (o viceversa)

Il palazzetto Fevi, realizzato per le locali società di ginnastica, si è rivelato un asso nella manica della Città di Locarno diventando il Palexpo per le manifestazioni con grande pubblico, in particolare il Film Festival. Gli anni passano, la struttura realizzata ai margini del centro è invecchiata e si cerca di curarla: ma prima o poi il palazzetto dovrà essere ricostruito.
Nel frattempo, la zona del Fevi si è arricchita di funzioni pubbliche faticando comunque a diventare un vero quartiere. Eppure le premesse ci sono: spazi aperti che possono diventare piazze, uffici pubblici, scuole, aree verdi, alberature ecc. E a poca distanza la Rotonda e l’area della Maggia.
Proprio con la creazione della nuova passerella sul fiume quest’area si è trasformata in luogo di forte passaggio, diversamente da prima quando con una soluzione priva di qualità la frequentazione era minima.
Con l’arrivo della linea Fart l’attrattiva della zona è ancora cresciuta e qualcosa si è mosso sulla qualità dello spazio pubblico, tema sul quale la Sinistra Unita punta molto per queste elezioni comunali. Si sta infatti allargando il marciapiede che parte dal Fevi fino alla passerella sulla Maggia. Un piccolo passo, che permette di non dover scendere in strada per incrociare le persone…
Ma si chiede di più. Si chiede di creare un vero e proprio quartiere. Per fare questo ci vogliono spazi pubblici attrezzati, si deve ripensare l’affaccio dei voluminosi edifici, ci vogliono alberature lungo i percorsi anche per ripararsi ormai dalla calura. Si deve pensare a cosa può diventare il muro antirumore della Direttissima, a come sfruttare gli spazi verdi, a come usufruire delle aree boscate che ci sono ma non si vedono.
Il quartiere si è però sviluppato secondo una lottizzazione d’altri tempi dei terreni, che ha portato a costruire senza pensare alle superfici aperte a tutti. Ci vuole quindi il coraggio di ridisegnare le volumetrie degli edifici prevedendo aree libere fruibili. Ci vuole l’interesse a sfruttare i progetti degli studenti dell’Accademia di architettura di Mendrisio che si sono esercitati sul quartiere con alcune idee di non poco conto proprio sulla relazione tra nuovo palazzetto e gli spazi pubblici. E magari riuscire a realizzare il nuovo PalaFestival accanto al mitico Fevi senza doverlo abbattere prima del trasloco.

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