laR+ Dib. elettorale

Non tutti potranno fare i ricercatori

Bellinzona sta attirando nuove realtà legate ai settori della ricerca di punta. Una strategia interessante e ben promossa che però si limita ad una parte minoritaria del tessuto economico regionale e che quindi rischierà di risultare incapace nel rispondere a tutti quei cittadini lavoratori che già oggi vogliono poter lavorare e vivere dignitosamente nella regione.
Nel campo delle scienze della vita questo processo di insediamento è in corso da anni, anche se i critici – lo abbiamo sentito anche nei dibattiti elettorali – fanno fatica a riconoscerlo. Le tattiche elettorali portano ad omettere la pro-attività invece dimostrata dalla Città nel comprendere le esigenze di queste realtà per mettere in campo le condizioni quadro necessarie. Un chiaro esempio è stata la ristrutturazione dello Stabile di via Vela approvato a fine 2023 per rendere quegli spazi adatti ad accogliere il centro di competenza in questo settore.
Alle nuove Officine Ffs di Castione dovrebbero trovar spazio circa 400 posti di lavoro “tecnicamente avanzati” che necessiteranno di notevoli competenze professionali nel campo dell’elettronica, della pneumatica e della digitalizzazione. Durante questa transizione nessun salariato dovrà essere lasciato a casa! Sarà dunque fondamentale che il processo di riqualifica degli attuali lavoratori impiegati sia prontamente svolto sotto la supervisione dei sindacati allo scopo di garantire a tutti i lavoratori il proprio posto di lavoro. La Città dovrà vegliare e fare la dovuta pressione sui vertici Ffs per fare in modo che questo avvenga.
Con i suoi circa 1’400 dipendenti, la Città è un grande datore di lavoro in Ticino e deve dunque essere consapevole di cosa questo comporta. Le condizioni di lavoro comunali influenzano quelle generali del mercato occupazionale ticinese e un loro miglioramento può spingere altri enti pubblici e privati a prenderle da esempio. È per questa ragione che nei 12 anni di mia attività all’interno del Consiglio comunale ho sempre proposto e sostenuto dei miglioramenti nelle condizioni di lavoro: dall’aumento dei salari più bassi, agli atti che ho personalmente proposto e che sono stati approvati come il raddoppio dei giorni di congedo paternità e il miglioramento della conciliabilità lavorativa per i familiari curanti.
La sinistra deve tornare a parlare di sviluppo economico. Bisogna però avere l’ambizione di occuparsi anche del restante 90% del tessuto economico e di tutti i cittadini lavoratori. Bisogna dunque ripartire dal ruolo dell’ente pubblico come datore di lavoro di qualità e ascoltare e valorizzare le centinaia di piccole e medie imprese locali. Queste ultime devono poter beneficiare dell’arrivo di queste nuove realtà innovative e di ricerca e poter essere messe in connessione con loro. Serve dunque una visione complessiva che punti alla piena occupazione e che quindi non può limitarsi al seppur importante insediamento di queste nuove realtà.

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