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Il costo dei figli: un cortocircuito sociale

Fare figli costa. Fare figli ti cambia la vita. Realtà forse poco romantica e che non evidenzia l’incommensurabile ritorno affettivo ed esperienziale della genitorialità, ma pur sempre una realtà incontrovertibile.
Lo sa bene chi è già genitore e, confrontato con le diffuse difficoltà finanziarie degli ultimi anni, deve comunque far quadrare i conti cercando di non farlo pesare sulla prole. Lo sa anche chi genitore vorrebbe diventarlo, ma teme di non poterselo permettere o ha paura degli sconvolgimenti che un esserino avrebbe sulla sua vita lavorativa e sociale. Stesso discorso per chi tentenna, non sapendo se allargare la famiglia dopo un primo figlio/a.
Paradossale, se pensiamo che i figli costituiscono proprio la ricchezza di una società, una ricchezza che può essere intesa in termini filosofico-affettivi, ma anche puramente economici (pensiamo al tanto discusso futuro dell’AVS). A mio avviso, uno dei compiti più impellenti della politica è proprio combattere questo cortocircuito sociale. Il lavoro comincia a livello comunale, come ben evidenzia il recente appello di FAFTPlus (Federazione Associazioni Femminili Ticino Plus) ai comuni ticinesi per garantire su tutto il territorio cantonale tre elementi essenziali per la conciliabilità famiglia-lavoro: asili nido a un costo accessibile, servizi di pre e doposcuola e mense scolastiche senza limitazioni di accesso. È soprattutto sul secondo punto che a Gordola abbiamo ancora parecchio da fare per aiutare mamme, papà e tanti meravigliosi nonni e nonne, che con salti mortali e acrobazie quotidiane cercano il modo migliore per colmare quelle ore che costituiscono la differenza tra una normale giornata lavorativa e l’orario scolastico dei nostri bimbi (per non parlare poi della gestione delle attività extrascolastiche sportive, musicali ecc.). Negli ultimi anni è stato introdotto due sere la settimana un apprezzato servizio di doposcuola per scuola dell’infanzia ed elementari, doposcuola che sicuramente varrebbe la pena promuovere e potenziare. Auspicabile sarebbe anche l’introduzione di un servizio di accoglienza pre-scolastico o l’istituzione di una classe di scuola dell’infanzia (delle cinque presenti attualmente) a orario prolungato.
Al Comune spetta inoltre, in quanto datore di lavoro, il compito di dare l’esempio nel promuovere la massima flessibilità possibile per mamme e papà suoi impiegati. Il riconoscimento di “Organizzazione amica delle famiglie” assegnato al comune di Gordola da parte di ProFamilia Svizzera testimonia un impegno concreto.
Se è dunque vero, come recita un noto proverbio africano, che “per educare un bambino ci vuole un intero villaggio”, sta a questo villaggio e a chi lo amministra garantire a ogni genitore, indipendentemente dal censo e dagli aiuti familiari di cui dispone, la libertà di realizzare i propri desideri e il proprio potenziale sia sul piano professionale che personale-familiare. Ne risulterebbe una Gordola ancora più attrattiva e davvero a misura di famiglia.

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