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Nessun selfie-bancomat politico

Torno all’articolo “una carriera rovinata per 400 fr.” che una candidata al Municipio di Massagno ha dedicato, su laRegione, alla vicenda di Giovanni Bruschetti, da me già liquidata come una scivolata involontaria. Mi spiace di trovare nell’articolo alcune parti lontane dal richiamare quella partecipazione politica che è nel Dna della nostra democrazia.
Dal caso citato, l’articolo ricava infatti l’insegnamento che “dalla politica è forse meglio star lontani”: e i 28 sindaci che non rinnovano la candidatura non se ne sono forse andati perché “la politica causa troppi rischi e offre troppo scarse remunerazioni"? Per me, gentile candidata, questa ipotesi è offensiva non soltanto per i sindaci ma per tutti quanti operano onestamente nella politica, sacrificando sé stessi e le proprie finanze.
Ma la candidata prosegue: “I migliori scappano dalla politica perché si hanno troppe responsabilità e bassissime remunerazione! E si dovrebbe capire che un sindaco può anche sbagliare e che… 400.- franchi non sono una tragedia”. Non ci siamo, e allora – con tutto il rispetto - a una persona che ha già avuto ruoli importanti e che, domani, potrebbe avere un rango politico elevato ci corre l’obbligo di dire che è scivolata nel qualunquismo, con dubbi e suggerimenti che contrastano con la storia e gli impegni del nostro castello politico democratico.
Alle nostre latitudini, il castello politico è pulito, ma bisogna che tanti lo aiutino a attrezzarsi per il futuro e altri controllino che nessuno entri con mani e scarpe men che pulite.
E gli eletti sanno che, un volta dentro, non troveranno alcun selfie-bancomat che consenta… È con questi sentimenti che ci sentiamo gratificati dalla partecipazione alla vita politica.

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