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Gli 007 morti nel Lago Maggiore erano in missione

Dopo dieci mesi una targa svela la verità sull'annegamento dei due agenti italiani

Le ricerche nel lago dopo l’incidente
(Keystone)

"Perde la vita nelle acque del Lago Maggiore il 28 maggio nel corso dello svolgimento di una delicata attività operativa con servizi collegati esteri". È grazie a quanto scritto sulla targa dedicata ai due agenti Claudio Alonzi e Tiziana Barnobi, morti dieci mesi fa nel drammatico naufragio della barca “Good…uria” nel Lago Maggiore, che per la prima volta viene confermato che i due agenti erano in servizio.

Non stavano quindi partecipando, come sempre ipotizzato, a una gita in barca per festeggiare il compleanno di Shimoni Erez, 54 anni, agente israeliano del Mossad anche lui morto nel naufragio insieme ad Anya Bozhkova, moglie di Claudio Carminati, armatore e capitano dell'imbarcazione. La targa dedicata ai due 007 scomparsi è stata apposta sulla parete creata a Palazzo Dante a Roma nella sede del Dis per ricordare gli agenti caduti in servizio.

I fatti

Sulla barca quel pomeriggio erano presenti 21 agenti segreti, tra italiani e israeliani, oltre a Carminati e alla moglie che gli faceva da secondo. Carminati ha sempre dichiarato di essere completamente all'oscuro del fatto che i suoi ospiti fossero in realtà degli 007. Quel pomeriggio fu avvicinato da quello che sembrava un turista e che si qualificò come un ex carabiniere affittando l'imbarcazione.

Sul naufragio indaga la Procura di Busto Arsizio (Varese). L'inchiesta è coordinata dal pubblico ministero Massimo De Filippo che, lo scorso 18 marzo, ha ricevuto la perizia redatta da Carlo Ceccarelli, uno dei periti che lavorarono al naufragio della Costa Concordia, che riassume in tre punti principali le cause del disastro.


Keystone
I carabinieri sul luogo dell’affondamento

Il primo: l'allerta meteo già lanciata quel giorno venne sottovalutata e il violento nubifragio raggiunse la barca al largo.

Il secondo: sulla “Good…uria” c'erano otto passeggeri di troppo, 23 invece dei 15 che la barca poteva portare.

Il terzo: le sovrastrutture "aggiunte" artigianalmente al natante senza che vi fossero consulenze da parte di esperti. Nello specifico dei cassoni di galleggiamento, che in realtà non stabilizzavano affatto la barca, e una sorta di gazebo fissato in coperta. Il telo di copertura ha causato un effetto vela quando le forti raffiche l'hanno colpito facendo di fatto rovesciare l'imbarcazione.

Indagato lo skipper

Carminati è indagato per omicidio colposo plurimo e naufragio colposo. La perizia potrebbe rappresentare l'ultimo atto della fase d'indagine e potrebbe essere imminente la chiusura delle indagini con probabile richiesta di rinvio a giudizio dello skipper. Sulla natura della delicata missione in cui erano impegnati i 21 agenti segreti, invece, vige il massimo riserbo. Lo stesso procuratore di Busto Arsizio Carlo Nocerino da subito aveva precisato come "le ragioni dell'incontro tra le persone coinvolte non è oggetto di indagine".

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