Estero

Importazioni di armi in Europa quasi raddoppiate

Il rapporto del Sipri 2019-2023: Ucraina quarto importatore, Francia seconda esportatrice dopo gli Usa. A Mosca export crollato del 53%

Il cancelliere tedesco Scholz davanti a un carro armato della Rheinmetall
(Keystone)

Secondo un rapporto Sipri (Stockholm International Peace Research Institut), le importazioni di armi in Europa sono quasi raddoppiate negli ultimi cinque anni, sull’onda dell’effetto della guerra in Ucraina. Allo stesso tempo, le esportazioni di materiale bellico russo sono state dimezzate. L'Ucraina è diventata, per forza di cose, il quarto importatore di armi al mondo e la Francia ha sostituito la Russia come secondo esportatore mondiale, dietro agli Stati Uniti.

Cosa è cambiato

Nel periodo 2019-2023, le importazioni di armi in Europa sono aumentate del 94% rispetto ai cinque anni precedenti, aumento dovuto in gran parte alla guerra in Ucraina, spiega all'Afp Katarina Djokic, ricercatrice del Sipri. Poiché il volume delle consegne può variare in modo significativo di anno in anno, il Sipri presenta i dati su periodi di cinque anni, il che fornisce una misura più stabile delle tendenze. Tuttavia alcuni Stati hanno comunque limitato il budget per gli acquisti. Tra questi, Svizzera, Italia, Finlandia, Irlanda, Grecia, Albania e Montenegro. “Il livello delle importazioni europee resterà comunque alto anche nei prossimi anni”, secondo gli esperti del Sipri.


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Munizioni prodotte dalla Rheinmetall

Dal febbraio 2022, almeno trenta Paesi hanno fornito ingenti aiuti militari all’Ucraina, osserva il rapporto. Ma anche altri Paesi europei hanno aumentato le loro importazioni, con una quota maggiore proveniente dal principale esportatore mondiale di armi, gli Stati Uniti. Tra il 2019 e il 2023, il 55% delle importazioni in Europa proveniva da questo Paese, in aumento del 35% rispetto al periodo 2014-2018.

L’aumento delle importazioni di armi dagli Stati Uniti riflette la fretta con cui gli europei hanno agito per acquisire armi il più rapidamente possibile, anche se ciò significa non concentrarsi sullo sviluppo di nuovi sistemi militari. Nel complesso, le esportazioni statunitensi sono aumentate del 17% nel periodo osservato, ovvero del 42% del totale delle esportazioni globali di armi.

Per la prima volta da 25 anni, gli Stati Uniti sono diventati il primo esportatore verso l’Asia, anche perché loro alleati e clienti come Giappone (+155%) e Corea del Sud (+6,5%) hanno comprato di più. La Cina, invece, compra sempre meno (e comunque comprava molto più in Russia) perché sta aumentando le proprie capacità produttive.

Il caso Russia

La Russia, che per lungo tempo è stata il secondo maggiore esportatore di armi al mondo, non lo è più. Il Paese ha visto le sue esportazioni diminuire del 53% tra il 2014 e il 2023. E Mosca non solo esporta meno armi, ma anche verso meno Paesi: nel 2019, ha esportato in 31 Paesi, nel 2023 solamente 12.


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Un aereo Rafale, un grande affare per i francesi

“Ci sono anche importanti cambiamenti nelle politiche messe in atto dal loro principale cliente, la Cina”, ha osservato Djokic. Storicamente uno dei principali clienti delle armi russe, negli ultimi anni Pechino si è concentrata sulla propria produzione. La Cina rappresenta tuttavia ancora il 21% delle esportazioni russe, mentre l'India è il principale destinatario con il 34%.

Del calo delle esportazioni russe ha beneficiato la Francia, che ha visto il proprio aumento del 47%, diventando così il secondo maggiore esportatore di armi al mondo (ovvero l’11% dei trasferimenti di armi a livello mondiale nel 2019-2023). Parigi ha avuto particolare successo nella vendita del suo aereo da caccia Rafale.

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