Estero

68 premi Nobel si schierano a difesa della ricerca in Argentina

Contestati dai luminari i tagli ai bilanci delle Università e delle istituzioni scientifiche voluti dal governo di Javier Milei

Milei
(Keystone)
6 marzo 2024
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È un appello rivolto "con rispetto" ma anche con "profonda preoccupazione" quello diretto al governo argentino di Javier Milei da un gruppo di 68 premi Nobel contro i tagli ai bilanci delle Università, delle istituzioni scientifiche e dell'Istituto nazionale delle ricerche (Conicet).

Nella lettera firmata tra gli altri dal premio Nobel dell'economia del 2004, il norvegese Finn Kydland, si afferma che per colpa della drastica politica di aggiustamento fiscale portata avanti dal governo dal suo insediamento a dicembre "il sistema scientifico e tecnologico argentino si avvicina a un pericoloso precipizio". "Temiamo che la drammatica riduzione dei bilanci del Conicet e delle università nazionali si rifletterà non solo in una drammatica svalutazione della scienza argentina ma anche in una svalutazione del popolo argentino e del futuro del Paese".

Nel documento si citano gli importanti contributi del sistema scientifico argentino a quello internazionale nei settori della medicina, dell'agricoltura, del nucleare, aerospaziale. "Il progresso economico e sociale e la creazione di ricchezza nelle società moderne sono strettamente legati a forti investimenti pubblici nella scienza e nella tecnologia", prosegue la nota, che invita quindi il governo "a ripristinare i fondi dell'importantissimo settore scientifico e tecnologico".

"Il congelamento dei programmi di ricerca e la diminuzione del numero di laureati in tirocinio e di giovani ricercatori causeranno la distruzione di un sistema che ha richiesto molti anni per essere costruito, e che ne richiederebbe molti, molti altri per ricostruire", conclude la nota.

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