stati uniti

Trump a processo il 25 marzo per il caso pornostar

Sarà il primo ex presidente ad affrontare un giudizio penale

Il giudice Merchan in aula
(Keystone)
15 febbraio 2024
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Donald Trump sarà il primo ex presidente americano ad affrontare un processo penale, quello per il caso della pornostar Stormy Daniels, uno dei quattro che pendono sulla sua testa e sulla sua corsa alla Casa Bianca.

Al giudice di New York Juan Merchan sono bastati meno di dieci minuti per confermare il 25 marzo come data d'inizio del dibattimento e per respingere la sua richiesta di archiviare o posticipare il procedimento. Merchan ha anticipato che potrebbe durare 5-6 settimane e terminare a fine aprile o inizio maggio. Quando ormai il tycoon avrà già in tasca la nomination repubblicana per la Casa Bianca, ma un'eventuale condanna potrà pesare nell'Election Day sugli elettori moderati, in particolare tra le donne.

Interferenza elettorale

La decisione del giudice è arrivata dopo l'ennesimo show di The Donald prima e dopo l'udienza. "Non c‘è alcun caso, non c’è alcun crimine... è solo un'interferenza elettorale per tentare di fermarmi perché sono avanti nei sondaggi. Invece di essere in giro per gli eventi elettorali sono in tribunale a difendermi da una persecuzione politica da terzo mondo, da repubblica delle banane", ha attaccato come se fosse un comizio, accusando il pm Alvin Bragg di occuparsi di lui "anziché di una New York sempre più sporca, corrotta e pervasa dalla violenza criminale". I suoi avvocati hanno preannunciato che proveranno a spostare il processo fuori Manhattan per il rischio di avere una giuria troppo liberal in una città fortemente dem, dove anche oggi alcuni manifestanti hanno protestato contro il tycoon con slogan come ‘no dictators in the Usa’.


Keystone
Donald Trump in tribunale

34 capi d'imputazione

Trump è accusato di 34 capi di imputazione per aver falsificato documenti contabili della sua holding per occultare i pagamenti alla pornostar Stormy Daniels e all'ex coniglietta di Playboy Karen McDougal, perché non rivelassero durante la sua precedente campagna elettorale le relazioni che aveva avuto con loro. Soldi pagati dal suo ex avvocato tuttofare Michael Cohen (reo confesso) e poi rimborsati fittiziamente come spese legali, violando anche la legge sui finanziamenti elettorali e quindi l'integrità del voto. Il processo è il meno rischioso dei quattro pendenti, perché si tratta di reati precedenti alla sua presidenza e la potenziale condanna in carcere è rara per un incensurato accusato di questo reato. Ma il dibattimento pubblico su una vicenda del genere rischia di essere imbarazzante. E, nel caso fosse ritenuto colpevole e venisse eletto presidente, non potrà concedersi la grazia, trattandosi di reati statali.

Voto in Georgia

Idem per il processo ad Atlanta per i suoi tentativi di ribaltare il voto in Georgia nel 2020, che rischia però di essere rinviato o di saltare per la relazione clandestina e i possibili conflitti d'interesse tra la procuratrice Fani Willis e Nathan Wade, il collega ingaggiato per istruire l'inchiesta e che avrebbe utilizzato parte dei lauti compensi ricevuti (oltre 500 mila dollari) per pagare viaggi di coppia con lei. Robin Yeartie, una ex amica e collaboratrice della procuratrice, ha testimoniato che il suo affaire con Wade cominciò nel 2019, ben prima che lei lo coinvolgesse nell'inchiesta contro il tycoon, smentendo così Willis. La coppia ha subito un interrogatorio imbarazzante e ora il giudice Scott McMcAfee dovrà decidere se escludere la pm dal processo, come chiede il tycoon. Intanto è attesa per venerdì la sentenza nel processo civile a Donald Trump e ai suoi due figli Donald Jr ed Eric per gli asset gonfiati dell'holding di famiglia. L'accusa ha chiesto sanzioni per 370 milioni di dollari e il bando del tycoon dall'attività imprenditoriale nello Stato di New York (per i figli solo per cinque anni): sarebbe una batosta micidiale all'impero economico di The Donald e alla sua immagine di imprenditore di successo.

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