francia

Accordo sui migranti con i voti di Le Pen, la Gauche insorge

Tre ministri minacciano le dimissioni: ‘Si torna indietro di 40 anni’. Ma Macron sembra voler tirare dritto.

Il presidio dei migranti a Parigi
(Keystone)
19 dicembre 2023
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Si avvicina l'approvazione della contestatissima legge sull'immigrazione voluta dal presidente Emmanuel Macron, ma rischia per il governo di essere una vittoria di Pirro: l'inasprimento di diversi articoli, arrivato al punto da convincere al voto favorevole non soltanto tutta la destra Républicains, ma anche l'estrema destra di Marine Le Pen, ha spinto la gauche di nuovo sulle barricate. Ma cedono anche pezzi della maggioranza, dai centristi fino ai macroniani di Renaissance. Riunione di fuoco del governo in serata all'Eliseo prima del voto, con 3 ministri che minacciano le dimissioni.

Versione inasprita

Il primo dei motivi di contestazione del progetto di legge che il ministro Gérald Darmanin espone in Parlamento nella sua nuova versione inasprita, riguarda un forte condizionamento nella concessione degli assegni familiari. Anche immigrati ormai regolarizzati e con un lavoro, non li riceveranno nei primi 30 mesi, addirittura per 5 anni per i regolari senza un lavoro.

Le reazioni

Un segnale di cedimento al principio della "precedenza ai francesi" caro al programma di Marine Le Pen, ma inaccettabile per la gauche, per i giovani del partito di Macron, per gran parte dei centristi. "Possiamo rallegrarci di un progresso ideologico - ha esultato la Le Pen - di una vittoria del Rassemblement National, dal momento che in questa legge c‘è ora iscritta la priorità nazionale, cioè il vantaggio per i francesi rispetto agli stranieri presenti sul nostro territorio nell'accesso ad alcune prestazioni sociali".


Keystone
Emmanuel Macron

Per Olivier Faure, ’patron' dei socialisti, "è un grande momento di disonore". Da lui e da molti altri, sono partiti direttamente gli appelli ai colleghi parlamentari del partito di maggioranza a dissociarsi da questa scelta del governo: "ci sono momenti in cui le convinzioni devono prevalere sulla sottomissione al capo", ha dichiarato Faure. Jean-Luc Mélenchon, il tribuno della gauche radicale, ha "gridato" su X: "macronisti, reagite! Non permettete che le leggi siano contaminate dal Rassemblement national".

Battaglia sociale

Oltre al principio della priorità nazionale per la concessione degli aiuti sociali, la sinistra annuncia che si batterà fino a scendere in piazza per l'emendamento che chiede la cauzione a uno studente straniero per poter venire a studiare in Francia, per quello che inasprisce i criteri per il ricongiungimento familiare, per quello che istituisce le quote di immigrati per diversi anni da stabilire in Parlamento e per la discrezionalità ai prefetti nella concessione dei documenti di regolarizzazione.

Tensione alle stelle nei ranghi del governo: durante uno dei momenti più caldi della riunione urgente convocata all'Eliseo per tentare di disinnescare la crisi interna prima del voto in Parlamento, 3 ministri sono andati uno dopo l'altro - secondo una fonte presente - a parlare con la premier Elisabeth Borne, comunicandole di "mettere sul tavolo le proprie dimissioni" nel caso il governo decida di andare avanti con il progetto approvato dalla Le Pen. Si tratta del ministro della Salute, Aurélien Rousseau, di quella dell'Insegnamento superiore, Sylvie Retailleau e del ministro della Casa, Patrice Vergriete.

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