SERBIA

Vucic respinge le accuse di frode elettorale

Le opposizioni chiedono l'annullamento e la ripetizione delle elezioni, vinte dal leader nazionalista

Un oppositore di Vucic avvolto nella bandiera serba
(Keystone)

Il presidente serbo Aleksandar Vucic ha respinto le accuse di frode elettorale nel voto locale di ieri a Belgrado, sollevate dall'opposizione che chiede l'annullamento delle elezioni e la loro ripetizione. Parlando in serata alla tv pubblica Rts, Vucic si è riferito alle affermazioni delle opposizioni che hanno denunciato l'arrivo di oltre 40 mila persone a Belgrado dalla Republika Srpska, l'entità a maggioranza serba della Bosnia-Erzegovina, per votare verosimilmente a favore dell'Sns, il partito del presidente.

Definendo assurdo e falso il numero di 40 mila - "significherebbe mille autobus" arrivati a Belgrado - Vucic è rimasto sul generico e non è entrato nei particolari, affermando che "i cittadini della Republika Srpska hanno diritto di votare a Belgrado in base alla legge sulla doppia cittadinanza adottata, quando erano al governo, da quelli che ora protestano".

Intanto la Germania ha condannato le presunte irregolarità riscontrate nelle elezioni serbe, definendole "inaccettabili" per un candidato all'adesione all'Unione europea. "La Serbia ha votato, ma l'Osce ha denunciato abusi dei fondi pubblici, intimidazioni contro gli elettori e casi di compravendita di voti", ha affermato il ministero degli Esteri tedesco riferendosi alle accuse dell'Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa. "Ciò è inaccettabile per un Paese con lo status di candidato all'Ue".


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