Estero

Israele fa entrare il carburante e intanto colpisce pure a sud

Dissensi dell’ultradestra per la decisione sui rifornimenti: ‘Debolezza’. La replica: ‘Se si scatenano epidemie si ferma la guerra e non lo vogliamo’

A Gaza oltre 12mila morti, tra cui 5mila minorenni
(Keystone)
17 novembre 2023
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Israele allarga le operazioni militari anche al sud di Gaza mentre fa entrare nella Striscia i primi 17mila litri di gasolio dopo settimane di pressing della comunità internazionale. L’operazione condotta “in terra, in cielo e dal mare” proseguirà ovunque si trovino i miliziani e “poiché Hamas si trova anche nel sud della Striscia, si estenderà lì”, ha avvertito il portavoce militare israeliano Daniel Hagari.

Quanto all’inversione a U del premier israeliano Benjamin Netanyahu, che ha autorizzato l’ingresso di carburante nella Striscia dopo averlo finora negato, ha provocato non pochi malumori e anche aperta opposizione tra i ministri di ultradestra del governo. Bezalel Smotrich, capo delle finanze e leader del partito nazionalista Sionismo religioso, ha parlato di “errore grave” e “segnale di debolezza” lanciato al nemico: “Consentirà solo a Yahya Sinwar (capo di Hamas) di restare in un bunker climatizzato quando invece dovremmo continuare a colpire i leader di Hamas senza sosta”, ha tuonato. “La decisione di far entrare carburante dentro Gaza – ha replicato il consigliere per la sicurezza nazionale Tzachi Hanegbi – non danneggia gli obiettivi della nostra operazione. Se si scatenano epidemie – ha aggiunto – si ferma la guerra e noi vogliamo portarla avanti”.

‘Due autocisterne al giorno per le necessità dell’Onu’

Secondo quanto stabilito dal gabinetto di guerra israeliano, ogni giorno entreranno dal valico di Rafah, tra Gaza ed Egitto, due autocisterne di gasolio destinato alle necessità dell’Onu, in particolare ai soccorsi, al sostegno della rete idrica e a rimettere su la rete telefonica sull’intero territorio. Proprio alla mancanza di energia tra l’altro Hamas ha imputato “la morte di 24 persone in due giorni all’ospedale Shifa”, nel centro di Gaza City.

L’esercito israeliano (Idf) intanto conquista sempre più spazio all’interno della Striscia. La morsa maggiore è ancora al nord e al centro. I soldati hanno annunciato di aver preso una roccaforte della Jihad islamica, uccidendo molti miliziani. E continuano a trovare armi in strutture civili, compresi asili e scuole. Il tutto senza mollare la presa sull’ospedale Shifa sotto cui, ha annunciato ancora l’esercito, “è stata trovata un’altra struttura sotterranea”. Proprio accanto all’ospedale, inoltre, sono già stati trovati due corpi di ostaggi uccisi: oggi è stata la volta della soldatessa Nora Marciano, 19 anni. Hamas ha poi fatto sapere che i soldati hanno portato via dallo Shifa “130 salme” e distrutto quasi tutti i macchinari medici.

A Gaza, secondo il ministero della sanità locale, i morti sono arrivati a più di 12mila, tra cui 5mila minorenni. “Il bilancio umano dell’assedio – ha attaccato l’Onu – è indescrivibile”. Nel frattempo la battaglia di Gaza sta infiammando sempre più la Cisgiordania e anche al confine con il Libano la tensione resta altissima.

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