Estero

Biden ottimista sugli ostaggi, 007 israeliani al Cairo

L’appello delle famiglie: ‘Accordo possibile, non fermatelo ora’. Altro battibecco tra il segretario generale dell’Onu e Israele.

Fuori dall’ospedale
(Keystone)
14 novembre 2023
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Tel Aviv – L'accordo sul rilascio degli ostaggi israeliani, o almeno di una parte di essi, sembra essere a portata di mano 39 giorni dopo il loro rapimento da parte di Hamas. Il presidente Usa Joe Biden oggi ha ostentato ottimismo: "Credo che avverrà". E ad aumentare le speranze è stato il blitz nel pomeriggio del capo dello Shin Bet israeliano Ronen Bar al Cairo, dove ha incontrato alti esponenti egiziani con i quali si sta trattando anche assieme al Qatar.

"Sappiamo che una decisione può essere presa stanotte", hanno scritto in un comunicato le famiglie degli ostaggi, chiedendo ai vertici israeliani di "non fermare l'intesa". Ufficialmente Israele è cauto, anche se ha confermato indirettamente i negoziati in corso. Il premier Benjamin Netanyahu ha avvertito che "se e quando ci sarà qualcosa di concreto da riferire, lo faremo". Mentre il ministro della Difesa Yoav Gallant ha sottolineato che "quando alcune settimane fa ho ordinato l'avvio dell'operazione di terra, una delle ragioni era la necessità di esercitare pressione su Hamas. Questa pressione ora accresce le possibilità" per la liberazione dei prigionieri.

Quanti ostaggi liberati?

Se sui dettagli di un eventuale accordo non ci sono certezze, il Washington Post ha riferito che Israele vorrebbe il rilascio di 100 ostaggi (su 239, ndr) tra donne e bambini in mano ai miliziani. Hamas però, secondo la testata Usa, sarebbe pronto a liberarne non più di 70. Resta incerto poi il numero di donne e giovani palestinesi nelle carceri israeliane che potrebbero essere rilasciati.

Il ministro degli Esteri Eli Cohen - da Ginevra dov'è andato con le famiglie dei rapiti - ha avvertito che finora non ci sono "prove" che gli ostaggi siano "in vita". Mentre Benny Gantz, ministro del gabinetto di sicurezza israeliano, ha ammonito che "se anche fosse necessario un cessate il fuoco per la restituzione dei nostri ostaggi, la guerra non si fermerà".

Sepolti in una ‘fossa comune’

Intanto, mentre aumenta il controllo militare israeliano sulla Striscia, resta totale lo scontro tra Israele e il segretario generale dell'Onu. Antonio Guterres ha fatto sapere di essere "profondamente turbato dall'orribile situazione e dalla drammatica perdita di vite umane in diversi ospedali di Gaza". Ed "in nome dell'umanità" è tornato a chiedere "un immediato cessate il fuoco umanitario". L'appello è stato lanciato dopo che il direttore dell'ospedale al Shifa, vicino al quale infuriano i combattimenti, ha affermato che "179 corpi", compresi 7 neonati prematuri, sono stati sepolti in una "fossa comune" all'interno della struttura che non ha più le condizioni per operare.

Cohen da parte sua ha attaccato Guterres sostenendo che "non merita" di guidare le Nazioni Unite e invocandone le dimissioni. Ma il portavoce di Guterres ha ribadito all'ANSA che "il segretario generale continua a lavorare rimanendo calmo e concentrato in circostanze difficili, basandosi sui principi della Carta Onu e sulle leggi umanitarie internazionali".

La Casa Bianca insiste

In serata è intervenuta anche la Casa Bianca confermando da una parte che sotto lo Shifa Hamas avrebbe piazzato il suo centro di comando (come sostenuto da Israele), dall'altra avvertendo che Washington "non sostiene attacchi agli ospedali": "Le azioni di Hamas - ha detto il portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale Usa John Kirby - non diminuiscono la responsabilità di Israele nella protezione di civili". Gli Stati Uniti, ha spiegato poi il portavoce del dipartimento di Stato Matthew Miller, vorrebbero un'evacuazione sicura per i pazienti degli ospedali di Gaza e sosterranno una terza parte indipendente per condurre le operazioni.

Sul campo le truppe israeliane, dopo aver sostanzialmente preso il nord dell'enclave palestinese, continuano intanto l'assedio a Gaza City. Secondo il portavoce militare, i soldati negli ultimi giorni hanno preso il controllo di diverse istituzioni governative di Hamas: oltre al parlamento, il comando della polizia e la facoltà di ingegneria, "che era usata per la produzione e lo sviluppo di armamenti". Anche la residenza del governatore è caduta in mano israeliana.

Mentre i combattimenti si intensificano (46 soldati sono morti dall'avvio delle ostilità), dalla Striscia - come dagli Hezbollah in Libano - continuano a piovere razzi su Israele: oggi un attacco su Tel Aviv ha provocato 3 feriti, di cui uno grave. Nella situazione umanitaria disastrata di Gaza con sempre più persone che sfollano dal nord al sud, dal valico di Rafah con l'Egitto sono continuate le uscite dei cittadini con passaporto straniero mentre oggi sono entrati 117 camion di aiuti umanitari e medici.

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