Medio Oriente

Onu, un milione di sfollati a Gaza nella prima settimana

Israele ha esortato i residenti del Nord del territorio palestinese assediato a fuggire verso sud. Dodici i giornalisti uccisi in 8 giorni di conflitto

Tre bimbi palestinesi fra le macerie
(Keystone)
15 ottobre 2023
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L'Onu ha stimato che nella prima settimana di guerra a Gaza ci siano un milione di sfollati. L'agenzia dell'Onu per i rifugiati palestinesi (Unrwa), tramite la sua responsabile delle comunicazioni Juliette Touma, ha dichiarato che "un milione di persone sono state sfollate durante i primi sette giorni di guerra" tra Hamas, l'organizzazione islamista al potere a Gaza, e Israele ed è "probabile che la cifra aumenti man mano che la gente continua a lasciare le proprie case".

Israele ha esortato i residenti del Nord del territorio palestinese assediato – circa 1,1 milioni di persone su una popolazione totale di circa 2,4 milioni – a fuggire verso sud, affermando di voler colpire il Nord di Gaza City per distruggere il centro operativo del movimento islamista.

Oltre 1'400 i morti in Israele per l'attacco di Hamas

Sono oltre 1'400 i morti in Israele per l'attacco di Hamas dello scorso 7 ottobre. Lo ha fatto sapere l'ufficio del primo ministro citato dai media internazionali.

Il bilancio dei morti a Gaza per gli attacchi di Israele, stando ai dati diffusi stamattina dal Ministero della sanità locale, è salito a 2’329, mentre i feriti sono 9’714. Frattanto proseguono i bombardamenti, anche nel Sud del Libano da parte di Israele in risposta a razzi lanciati da fazioni pro-palestinesi.

Almeno 12 giornalisti uccisi nella crisi Israele-Gaza

Sono almeno 12 i giornalisti uccisi durante gli otto giorni di conflitto dopo l'attacco di Hamas. Lo ha riferito il ‘Comitato di protezione dei giornalisti’ (Cpj) citato da Haaretz secondo cui altri 2 sono attualmente considerati dispersi.

"Il Cpj – ha detto Sherif Mansour coordinatore dell'organizzazione per il Medio Oriente e il Nord Africa – sottolinea che i giornalisti sono civili che fanno un lavoro importante durante tempi di crisi e non devono essere presi di mira dalle parti in guerra".

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