stati uniti

Trump alla sbarra attacca i giudici: ‘Processo farsa’

L’ex presidente parla di caccia alle streghe, ma la Corte Suprema Usa non blocca la corsa del tycoon per il 2024

Trump in tribunale con lo sguardo torvo
(Keystone)
2 ottobre 2023
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"Questa è la continuazione della più grande caccia alle streghe", "una truffa e una farsa", una "interferenza elettorale", uno "show horror" allestito da una pm "razzista" e un giudice "canaglia": Donald Trump torna in tribunale a New York deciso a trasformare il suo ennesimo processo in uno spettacolo mediatico per aumentare i suoi consensi elettorali e riprendersi la Casa Bianca.

Lo show

Un vero e proprio show mentre alla Camera si consuma la resa dei conti dei suoi fedelissimi con lo speaker Kevin McCarthy, e la Corte suprema tiene aperta la corsa dell'ex presidente ignorando il ricorso di un oscuro candidato repubblicano che, invocando il 14mo emendamento, voleva escluderlo per il suo coinvolgimento nell'insurrezione del 6 gennaio 2021 contro il Capitol.

Terza comparizione in tribunale

Il tycoon era già stato due volte quest'anno a palazzo di giustizia: nella prima era stato condannato per aver diffamato e commesso abusi ai danni della scrittrice Jean Carroll, nella seconda era stato rinviato a giudizio per aver pagato il silenzio di due pornostar. Ora l'ex presidente, seduto sul banco della difesa con uno sguardo che ricorda quello della sua iconica foto segnaletica, affronta un processo civile (senza giuria) ben più insidioso perché rischia di compromettere l'immagine di imprenditore scaltro e di successo che si è costruito negli anni, trasformando poi un brand imprenditoriale in un brand politico. Col rischio di mettere a repentaglio il suo vasto impero immobiliare e la capacità di continuare a fare business, di cui è già stato privato parzialmente nell'Empire State.


Keystone
Il breve sfogo con i media fuori dal tribunale

Le accuse

La procuratrice generale di New York Letitia James ha accusato lui e due suoi figli, Donald Jr ed Eric, di aver gonfiato per un decennio di oltre due miliardi di dollari il valore degli asset della Trump Organization per ottenere migliori condizioni da banche e assicurazioni. Il giudice del processo Arthur Engoron ha già riconosciuto i tre Trump "responsabili di frode", ora si tratta di esaminare altre sei accuse e di stabilire l'entità della pena.

La pm chiede una sanzione di 250 milioni di dollari (tanti quanti ne sarebbero stati guadagnati illegalmente con le false dichiarazioni finanziarie) e il bando della holding di famiglia nello Stato di New York. James si è presentata con questo biglietto da visita prima dell'udienza: "Donald Trump e gli altri co-imputati hanno commesso una frode persistente e ripetuta... Il mio messaggio è semplice: non importa quanto sei potente, non importa quanti soldi puoi avere, nessuno è al di sopra della legge e la legge prevarrà". Un messaggio che riecheggiava nei cartelli di decine di manifestanti anti Trump a Foley Square.

Il testimone-chiave

L'accusa ha mostrato in aula anche un video dell'ex avvocato Michael Cohen, l'ex faccendiere del tycoon dalla cui testimonianza ha avuto origine l'inchiesta. Nelle immagini il legale spiega che Trump voleva essere pubblicamente riconosciuto come uno che aveva un certo patrimonio netto e che il lavoro di Cohen, così come quello dell'ex direttore finanziario della Trump Organization, Allen Weisselberg, era di "rivedere" il valore di ciascuno dei beni del tycoon per arrivare a quella cifra.

La difesa ha invece assicurato che The Donald non ha commesso alcuna irregolarità, non aveva alcuna intenzione di frodare, ha pagato ogni debito. E che la stima degli asset è sempre opinabile. La battaglia in aula si concluderà entro il 22 dicembre e sarà combattuta anche a colpi di decine di testimoni, da Trump ai figli (Ivanka compresa). Nel frattempo si vedrà se il manipolo di deputati ‘Maga’ riuscirà a detronizzare lo speaker per aver evitato lo shutdown con l'appoggio dei democratici.

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