Estero

Zelensky sfida Mosca all’Onu, ‘via il potere di veto’

Requisitoria anti-Russia del presidente ucraino al Consiglio di sicurezza. Lavrov: ‘Rischio conflitto globale’

(Keystone)
20 settembre 2023
|

New York – "Via il potere di veto alla Russia". Volodymyr Zelensky sfida Mosca aprendo il Consiglio di sicurezza dell'Onu dedicato alla guerra in Ucraina a margine dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite. Ma critica anche l'organismo del Palazzo di Vetro per non aver adempiuto al proprio ruolo e per non aver risolto i conflitti mondiali.

"È impossibile fermare la guerra perché tutte le azioni hanno il veto dell'aggressore", ha denunciato il leader ucraino, sedendo per la prima volta dall'invasione nella stessa stanza con un dirigente russo, l'ambasciatore all'Onu Vasily Nebenzya, perché il ministro degli Esteri Serghei Lavrov è arrivato più tardi, quando il leader ucraino se n'era già andato, lasciando il duello al segretario di Stato Usa Antony Blinken.

"La maggior parte del mondo" riconosce che le azioni della Russia in Ucraina sono "criminali e immotivate" e mirano a impossessarsi del territorio e delle risorse ucraine, ma il Consiglio di sicurezza "resta bloccato in una situazione di stallo a causa del veto di Mosca", ha accusato Zelensky, chiedendo come aveva già fatto in passato che la Russia sia privata del diritto di veto. Il presidente ha anche ribadito la posizione ucraina secondo cui tale potere apparteneva all'Urss - uno dei vincitori della Seconda Guerra Mondiale dopo la quale furono create le Nazioni Unite - e non alla Russia di Vladimir Putin, che lo usa quindi in modo "illegale" per "mascherare l'aggressione e il genocidio". La richiesta di Zelensky appare estremamente difficile da realizzare.

‘Ritiro delle truppe russe e ripristino dei confini’ di prima del 2014

In ogni caso il leader ucraino ha sollecitato un ampliamento del Consiglio di sicurezza con seggi permanenti all'Africa, all'Asia e alla Germania. Quindi ha rilanciato il suo piano di pace in 10 punti, ribadendo come condizione indispensabile il ritiro della Russia e il ripristino dei confini prima dell'invasione della Crimea nel 2014.

Mosca aveva tentato di impedire che Zelensky parlasse per primo, sostenendo che questo avrebbe "minato l'autorità del Consiglio di sicurezza", trasformandolo nel teatro di uno "show personale". Ma il premier albanese Edi Rama, presidente di turno, lo ha freddato: "C'è una soluzione, fermate la guerra e il presidente Zelensky non prenderà la parola".

Duello Blinken-Lavrov

Dopo l'uscita del leader ucraino, la sfida si è consumata tra Blinken, sostenuto da tutti i colleghi occidentali, e Lavrov. Il capo della diplomazia americana ha accusato la Russia di aver "stracciato la Carta Onu" violando una raffica di risoluzioni del Consiglio di sicurezza e di commettere "crimini contro l'umanità" ogni giorno in Ucraina.

Lavrov da parte sua ha accusato gli Usa e i suoi alleati di aver interferito nelle vicende ucraine sin dalla caduta dell'Urss per imporre politiche filo occidentali a Kiev e ha scaricato sull'Occidente la colpa dell'aumentato rischio di un "conflitto globale". In particolare la Nato, rea di essersi rifiutata di impegnarsi nel dialogo che avrebbe potuto prevenire le tensioni in Europa.

Quindi ha ribadito il cavallo di battaglia del Cremlino secondo cui qualsiasi governo anti-russo a Kiev non è altro che un burattino degli Usa, suggerendo che gli Stati Uniti potrebbero "ordinare" a Zelensky di negoziare con la Russia. "Mosca non rifiuta il negoziato, è Zelensky che ha firmato un decreto per vietare un dialogo col presidente Putin", ha ricordato, difendendo infine la legittimità del potere di veto russo.

Guterrs: ‘Prove di diffuse e scioccanti di violazioni dei diritti umani’

La Cina invece ha cercato di accreditare il suo ruolo di mediazione, rivendicando di essere stata costruttiva "a modo suo" nella guerra in Ucraina ed esortando gli altri Paesi ad evitare di "versare benzina sul fuoco".

In apertura era intervenuto anche il segretario generale dell'Onu Antonio Guterres, condannando l'invasione russa e chiedendo lo "stop immediato" agli attacchi contro i civili e le infrastrutture del grano. Guterres ha evocato anche "prove di diffuse e scioccanti di violazioni dei diritti umani, comprese violenze sessuali legate al conflitto, detenzioni arbitrarie, esecuzioni sommarie, per lo più da parte della Russia, e il trasferimento forzato di civili ucraini, compresi i bambini, nel territorio sotto il controllo russo o in Russia".

Resta connesso con la tua comunità leggendo laRegione: ora siamo anche su Whatsapp! Clicca qui e ricorda di attivare le notifiche 🔔
POTREBBE INTERESSARTI ANCHE