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Altre due giornaliste condannate per cospirazione

Denunciati arresti alla vigilia dell'anniversario della morte di Mahsa Amini

Un murale per Mahsa Amini
(Keystone)
3 settembre 2023
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Due giornaliste iraniane trascorreranno circa un mese in prigione dopo essere state condannate a tre anni - con la pena parzialmente sospesa - per "cospirazione" e "collusione". Non è stato chiarito a cosa esattamente si riferiscano queste accuse, ma si presume che le due siano finite nel mirino del regime per aver raccontato le proteste esplose dopo la morte di Mahsa Amini, lo scorso anno.

La notizia che Negin Bagheri ed Elnaz Mohammadi sconteranno un mese in prigione è stata data dal loro avvocato, Amir Raisian, citato dal quotidiano riformista Ham Mihan, lo stesso dove lavora Mohammadi. "Il restante periodo in carcere è sospeso per cinque anni", durante i quali le due dovranno seguire una "formazione in etica professionale", sarà loro vietato lasciare il Paese o avere rapporti con la stampa estera, ha aggiunto il legale. Raisian non ha spiegato se il verdetto possa essere impugnato e non ha fornito dettagli sulle accuse alle due giornaliste. Bagheri lavora per il quotidiano indipendente Haft-e Sobh. Le due sono state comunque scagionate dall'accusa di aver "collaborato con entità ostili straniere", ha precisato Raisian.

I precedenti

La sorella di Mohammadi, Elaheh, che lavora per lo stesso quotidiano Ham Mihan, è anche lei in prigione da settembre dopo aver scritto articoli sul funerale di Mahsa Amini, 22 anni, la giovane curda morta mentre era in custodia della polizia. La sua morte, avvenuta il 16 settembre dello scorso anno in seguito all'arresto per una presunta violazione del codice di abbigliamento femminile, ovvero per aver indossato male il velo, ha innescato proteste durate mesi in tutto il Paese.


Keystone
Il presidente iraniano Ebrahim Raisi

Gruppi per i diritti umani in Iran con sede all'estero hanno già segnalato numerosi arresti prima dell'anniversario della morte di Amini. Elnaz Mohammadi era stata arrestata e tenuta nel carcere di Evin per una settimana a febbraio. Anche in quel caso il motivo della sua detenzione non è mai stato chiarito.

Centinaia di morti per le proteste

Centinaia di persone sono state uccise durante le proteste dello scorso anno, tra cui anche molti agenti delle forze di sicurezza, e migliaia sono state arrestate in relazione a quelle che i funzionari governativi hanno subito etichettato come "rivolte istigate dall'estero". Sette uomini sono stati giustiziati in casi legati alle proteste che avevano portato a omicidi e altre violenze contro le forze di sicurezza. I media locali hanno riferito il mese scorso che le autorità iraniane hanno fermato o arrestato più di 90 giornalisti dopo le proteste, molti di loro donne.

I problemi con il velo

Mercoledì un'agenzia di stampa iraniana ha riferito che Nazila Maroufian, una giornalista che ha sfidato il rigido codice di abbigliamento iraniano ed è stata liberata su cauzione all'inizio di agosto, era stata nuovamente arrestata per non aver indossato il velo in pubblico.

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