Estero

La Danimarca pronta a vietare i roghi del Corano

La decisione dopo le proteste e i diversi episodi accaduti nel Paese e in Svezia. Ma la destra non ci sta e annuncia un referendum contro la legge

Le proteste per i roghi del Corano in Danimarca
(Keystone)
25 agosto 2023
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La Danimarca si prepara a vietare i roghi del Corano. Dopo una serie di manifestazioni pubbliche in cui attivisti hanno dato alle fiamme delle copie del libro sacro dell'Islam, il governo danese ha detto basta. Per motivi di sicurezza e diplomatici. A parte il fatto che bruciare un Corano è "un atto sostanzialmente sprezzante e antipatico", si tratta di una azione che "danneggia la Danimarca e gli interessi danesi", ha affermato il ministro della Giustizia Peter Hummelgaard.

I precedenti

Nelle scorse settimane, diverse copie del Corano sono state pubblicamente bruciate in diverse città della Danimarca e della vicina Svezia, suscitando l'immediata reazione popolare in numerosi Paesi islamici, con manifestazioni di protesta, a volte anche violente, spesso davanti alle ambasciate dei due Paesi. Ad esempio, a Teheran, Beirut, Baghdad, dove la rappresentanza diplomatica svedese è stata persino presa d'assalto. E sul piano politico avvertimenti sono arrivati a Copenaghen e Stoccolma da numerosi governi di Paesi islamici. A partire da Teheran, secondo cui "il mondo islamico non tollererà la continua mancanza di rispetto del sacro Corano", o dal Pakistan, che ha chiesto un dibattito all'Onu sull'argomento, o da Egitto, Kuwait, Siria, Libano, Emirati Arabi e dall'Algeria, che ha convocato gli ambasciatori danese e svedese. Analoga mossa è stata intrapresa anche ad Ankara, che in qualche modo ha collegato la vicenda con l'approvazione della Turchia all'ingresso nella Nato della Svezia, che peraltro ha dovuto meno di 10 giorni fa elevare l'allerta per la minaccia terrorismo da 3 a 4, un livello appena sotto quello massimo.


Keystone
Le proteste contro i danesi a Baghdad, in Iraq

Le condanne

Un testo di legge in tal senso dovrebbe essere presentato in Parlamento il prossimo primo settembre e prevede che venga applicato anche contro le profanazioni della Bibbia, della Torah o di simboli religiosi come il crocifisso. L'autore del reato rischierà una multa e una pena detentiva fino a due anni. "Non possiamo continuare a restare a braccia incrociate mentre diversi individui fanno tutto il possibile per provocare reazioni violente", ha detto il ministro Hummelgaard parlando con i giornalisti e sottolineando che la sicurezza nazionale è stata la principale "motivazione" del divieto. Ma si tratta anche di una mossa prettamente politica, come ha poi sottolineato la radio danese, secondo la quale la normativa invia "un importante segnale" al resto del mondo. Segnali di tenore opposto arrivano però anche dall'interno della Danimarca, dove destra nazionalista, centro-destra e liberali hanno annunciato il loro sostegno ad un referendum contro la nuova legge. "Può non piacere il metodo in sé (bruciare un Corano) - hanno sostenuto - ma si tratta di una delle libertà fondamentali".

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