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L’Europa brucia: da gennaio a fuoco un’area grande come l’Italia

In Canada incendi aumentati di oltre il 700 per cento. A ridosso del Circolo Polare Artico arretrano i ghiacciai

Incendio nelle Bald Mountain, in Canada
(Keystone)

L'Europa vede andare in fumo in soli 7 mesi un territorio grande quasi quanto l'Italia, mentre il Canada ha registrato 11'598 incendi (7 volte la media degli anni precedenti) responsabili anche di un record di emissioni di gas serra.

Il caso Italia

Sono alcuni dei segni più tangibili della crisi climatica, in Italia è bruciato l'equivalente del lago di Bracciano, che però si manifesta anche attraverso alluvioni a frane - proprio oggi uno studio del Consiglio Nazionale delle Ricerche segnala che le piogge del 15 settembre 2022 avrebbero causato ben 1'700 frane - mentre i ghiacci continuano ad arretrare senza sosta, come il grande ghiacciaio Nioghalvfjerdsbrae in Groenlandia che si assottiglia ogni anno di 38 metri l'anno.

In queste settimane gli incendi hanno devastato ampie aree della fascia mediterranea, oltre l'Italia anche Grecia, Spagna, Tunisia, Portogallo e Algeria, e da mesi colpiscono senza sosta ampie regioni del Canada. Eventi che sono monitorati anche dallo spazio da dove, grazie anche a satelliti come Sentinel 3 capaci di rilevare come un termometro la temperatura della superficie terrestre, è possibile realizzare mappe dettagliate disponibili dal 2019 nell'Atlante Mondiale degli Incendi.


Keystone
I ghiacciai si sciolgono anche sulle Himalaya

Dati preoccupanti

Ben 235mila ettari di territorio bruciato in Europa, poco meno dell'estensione dell'Italia, dovuti a oltre 1'000 focolai. A livello globale il più colpito in questo 2023 è certamente il Canada con 10 milioni di ettari andati in fumo. Un aumento del 705% rispetto agli incendi rilevati nello stesso periodo dei sei anni precedenti. Incendi che si sono sviluppati da maggio anche in zone all'interno del Circolo polare e che hanno provocato emissioni record stimate in 290 milioni di tonnellate (composte da un mix di gas di vario tipo, come metano, CO2 e monossido di carbonio), oltre il doppio del precedente record del 2014.

Ma come dimostrato dalle violente piogge e grandinate che nelle ultime settimane hanno colpito il nord Italia la crisi climatica si fa sentire in molte forme.

La Groenlandia piange

Certamente uno degli effetti più evidenti del riscaldamento globale è quello che riguarda i grandi ghiacciai che si ritirano a ritmi altissimi come dimostra l'analisi del Nioghalvfjerdsbrae, in Groenlandia, che si è assottigliato del 42% dal 1998, perdendo ogni anno 38 metri di spessore.

I ricercatori guidati da Ole Zeising, dell'Istituto Alfred Wegener presso il Centro Helmholtz per la ricerca polare e marina in Germania, hanno verificato che solo una parte dello scioglimento è visibile in superficie perché buona parte dell'acqua scivola via dalla base del ghiacciaio dove i dati radar hanno messo in luce la presenza di un grande canale alto 500 metri e largo 1'000 che porta l'acqua di scioglimento direttamente in mare. Preoccupazione registrata anche dai dati di estensione dei ghiacci artici che continuano a essere vicini ai minimi storici, e ben 1,3 milioni di chilometri quadri sotto alla superficie media che si registrava negli stessi periodi tra il 1981-2010.

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