grecia

La ‘rivolta degli asciugamani’ contro i balneari

Spiagge libere invase dai chioschi che piazzano ombrelloni e sdraio oltre i confini a loro consentiti. Atene annuncia una stretta

La protesta è iniziata a Paros
(Keystone)

Una ribellione con striscioni e asciugamani per avere un posto sulle spiagge libere, ‘invase’ da balneari che piazzano ombrelloni e sedie a sdraio ben oltre i confini del tratto a loro concesso, in molti casi impedendo ai bagnanti di mettere il proprio asciugamano dove hanno tutto il diritto di farlo. Sta succedendo in Grecia, dove la ‘rivolta degli asciugamani’, partita da Paros, nel popolarissimo arcipelago delle Cicladi, sta contagiando altre isole nella rovente estate ellenica e riempiendo le cronache dei giornali. In Grecia, come in Italia, le aree costiere sono demaniali e quindi per legge accessibili da parte dei cittadini.

I gestori si allargano

Le autorità locali concedono quindi a privati la gestione di tratti di spiaggia dove piazzare gli ombrelloni, tavolini e chaise longue: ma con il boom turistico dei mesi estivi, i gestori si ‘allargano’, finendo per occupare ogni singolo centimetro delle spiagge. Di fronte a balneari che in modi spicci dicevano loro che su quella spiaggia senza affittare ombrelloni e lettini non si poteva stare, comitati di cittadini hanno deciso di manifestare su quelle stesse spiagge, occupando l'arenile con i loro teli prima che fossero occupati dai balneari invadenti.


Keystone
Gli stabilimenti provano a fare i furbi, e non ci sono controlli

Iniziata a Paros

Da Paros – dove in 250 hanno dato vita alla prima protesta sulla spiaggia di Santa Maria – la ‘rivolta degli asciugamani’ si è estesa a Naxos e Serifos, ma comitati si sono formati anche a Rodi e in alcune località a Creta. "Non siamo un movimento di asciugamani, ma un movimento per difendere lo spazio pubblico – dice al quotidiano Efimerida ton Sintakton un animatore del Movimento dei cittadini di Paros per le spiagge libere, il cui nome non viene citato. Il termine ‘rivolta degli asciugamani’, spiega, non ci piace perché può essere usato in senso sarcastico: "Noi non litighiamo con i lettini come Don Chisciotte con i mulini a vento", aggiunge. "Quello che difendiamo è la possibilità di muoversi liberamente nello spazio pubblico. È il diritto ai beni comuni che va ben oltre le spiagge e i posti a tavola. Il nostro attuale nome Movimento dei Cittadini di Paros per le Spiagge Libere descrive molto meglio la situazione. La battaglia per la difesa dello spazio pubblico è una delle più importanti che la società civile deve combattere. Stiamo combattendo questa battaglia".

‘Problema reale’

Parlando all'emittente Ert, il sindaco di Paros Markos Kovaios ha ammesso che "il problema è reale. Vogliamo risolverlo e non permetteremo alcun abuso sulla nostra isola. Stiamo verificando le possibili occupazioni abusive di parte delle spiagge, i risultati delle ispezioni sono stati inviati alla Società immobiliare di Stato, l'agenzia a cui appartengono tutte le spiagge greche". La protesta ha avuto una tale eco sulla stampa greca (e anche estera), infiammando la polemica, che il ministro delle Finanze Costis Hadzidakis ha promesso di intensificare i controlli negli stabilimenti e nei beach bar che offrono ombrelloni da affittare, ricordando che le spiagge private sono illegali in Grecia.

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