Italia

Il giorno dopo la grandinata, Milano fa la conta dei danni

Devastate le colture di mais e soia, nonché le strutture agricole. Dalle prime stime flagellati centinaia di ettari di campi

Parecchi gli alberi sradicati
(Keystone)

Raccolti devastati, tetti scoperchiati e piante sradicate per effetto delle trombe d’aria e delle violente grandinate che si sono abbattute sul Milanese nella serata di ieri, venerdì 21 luglio. È questo l’esito del primo monitoraggio dei danni del maltempo effettuato dai tecnici della Confederazione nazionale coltivatori diretti (Coldiretti) di Milano, Lodi e Monza Brianza sul territorio.

Nell’area metropolitana – precisa la Coldiretti interprovinciale – i chicchi di ghiaccio uniti a vortici di forte vento hanno colpito un’ampia fascia di Comuni tra la periferia est del capoluogo lombardo e i confini con la bassa bergamasca. Completamente distrutte le coltivazioni in campo, dal mais pronto per essere raccolto alla soia. Secondo le prime stime le tempeste di ghiaccio hanno flagellato centinaia di ettari oltre a scoperchiare i tetti delle cascine, delle stalle e dei capannoni.

«La grandine ha investito un’intera fascia di comuni tritando ogni cosa, tetti delle cascine e dei capannoni compresi – conferma Alessandro Rota, presidente della Coldiretti di Milano, Lodi e Monza Brianza –. In altre occasioni se la tempesta si portava via il foraggio potevi rivolgerti al vicino che non era stato coinvolto, ma stavolta a vari livelli sono stati più o meno coinvolti tutti. Con le amministrazioni locali e le istituzioni come Coldiretti stiamo valutando la richiesta urgente di calamità naturale per far fronte ai danni ingenti subiti».

Mai visto niente del genere in 60 anni

«In 60 anni non avevo mai visto niente del genere – dichiara Cesare Mascheroni, agricoltore di Melzo –. Qui intorno è un vero disastro: nei campi non si è salvato nulla. Quest’anno avevo deciso di non coltivare riso e ho puntato sulla soia: non ne è rimasta in piedi nemmeno una pianta».

«Grandine e vento forte sono durati forse una quindicina di minuti – racconta Maria Antonia Ceriani, che gestisce un’azienda agricola con agriturismo e fattoria didattica a Truccazzano –. La tempesta ha scoperchiato il tetto della stalla e ha sradicato piante secolari e da frutta. Il mais è tutto a terra e il labirinto di girasoli che avevo realizzato per i bambini non esiste più».

La grandine – sottolinea la Coldiretti di Milano, Lodi e Monza Brianza – è l’evento climatico avverso più temuto dall’agricoltura in questa fase stagionale per i danni irreversibili che provoca alle coltivazioni in campo. Un fenomeno che – precisa la Coldiretti – si ripete sempre con maggiore frequenza, ma a cambiare è anche la dimensione dei chicchi che risulta essere aumentata considerevolmente negli ultimi anni con la caduta di veri e propri blocchi di ghiaccio anche più grandi di una palla da tennis.

Siamo di fronte alle evidenti conseguenze dei cambiamenti climatici anche in Italia dove l’eccezionalità degli eventi atmosferici è ormai la norma, con una tendenza alla tropicalizzazione che – conclude la Coldiretti interprovinciale – si manifesta con una più elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi e intense e il rapido passaggio dal sole al maltempo, con sbalzi termici significativi che compromettono le coltivazioni nei campi con perdite della produzione agricola nazionale e danni alle strutture e alle infrastrutture nelle campagne italiane che nel 2023 supereranno complessivamente 6 miliardi dello scorso anno.

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