stati uniti

Un audio inchioda Trump: ‘Ho le carte segrete del Pentagono’

L’ex presidente cita un documento sull'Iran, crolla la linea difensiva

Donald Trump
(Keystone)
27 giugno 2023
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Finisce sui media Usa l'audio che incastra Donald Trump nell'inchiesta dove è incriminato per le carte segrete di Mar-a-Lago, la ‘smoking gun’ che smonta tutta la sua linea difensiva. Si tratta di due minuti di conversazione dell'ex presidente con l'editore e con l'autore delle memorie del suo ex chief of staff Marc Meadows, nel luglio del 2021 nel suo golf club di Bedminster, in New Jersey.

Il tycoon vuole confutare le parole del capo di Stato maggiore congiunto Mark Milley, il quale aveva rivelato di aver temuto che Trump potesse lanciare uno strike contro l'Iran per restare al potere dopo aver perso le elezioni. Così tira fuori un presunto piano di attacco all'Iran elaborato dallo stesso Milley ma avvisa che si tratta di un documento "segreto" e che non può più declassificarlo.

I dialoghi

"Non è sorprendente? Ho una grande pila di carte, questa cosa è appena venuta fuori, guardate....questo è quello che il dipartimento della difesa e lui mi hanno presentato...questo è suo, non è stato fatto da me", dice Trump nell'audio mentre si sente in sottofondo il fruscio di fogli sfogliati. "Wow", esclama una donna. "Oh mio Dio", esclama un altro presente. "Questo mi dà totalmente ragione", prosegue Trump, precisando che le carte "sono altamente confidenziali, segrete" ma suggerendone l'uso per il libro, tra le perplessità degli autori. "Come presidente avrei potuto declassificarle ma ora non posso", ammette.

Frasi che sbriciolano le varie linee difensive adottate finora dall'ex presidente: che tutti i documenti portati con sé erano declassificati e che quelli mostrati nella circostanza erano solo ritagli di giornali. L'audio – diffuso per prima dalla Cnn – sembra lo stesso citato dai procuratori federali nell'incriminazione del tycoon. Non è però ancora chiaro se i documenti in questione siano stati recuperati.

Frecciata a Clinton

Nella registrazione c’è anche una frecciata di Trump contro Hillary Clinton, quando si parla di informazioni segrete. "Hillary le avrebbe stampate in continuazione", scherza una sua collaboratrice. "No le avrebbe mandate a Anthony Weiner", le risponde the Donald, riferendosi all'ex marito della consigliera di Hillary, condannato per traffico di materiale osceno anche con minorenni. Slitta intanto al 6 luglio l'incriminazione di Walter Nauta, il collaboratore del tycoon accusato di averlo aiutato a nascondere documenti classificati a Mar-a-Lago. La prima udienza del processo per l'ex presidente è fissata il 14 agosto ma probabilmente sarà posticipata per le complessità nella gestione di documenti top secret anche da parte degli avvocati.

È stata respinta invece la richiesta dell'accusa di tenere segreta la lista dei potenziali testimoni. Nonostante le crescenti grane giudiziarie, Trump continua la sua campagna presidenziale, duellando a distanza con il suo principale sfidante Ron DeSantis in New Hampshire, seconda tappa delle future primarie repubblicane. Ma sia lui che il partito ricevono uno schiaffo dalla corte suprema, che in una causa del North Carolina ha respinto la teoria legale della ‘legislatura statale indipendente', stabilendo che gli Stati americani non hanno un potere assoluto per definire le regole delle elezioni federali e disegnare distretti elettorali manipolati a fini partitici. "Questa sentenza è un clamoroso rifiuto della teoria di estrema destra che è stata spacciata da negazionisti elettorali ed estremisti che cercano di minare la nostra democrazia", ha commentato Barack Obama.

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