Estero

Problemi di liquidità: Tupperware non è più... ermetica

Il colosso dei contenitori per cibi sta passando un delicato momento. Ingaggiati consulenti per ‘aiutare la struttura di capitale’

In sintesi:
  • Sull'azienda grava un debito di quasi 700 milioni di dollari. Caccia aperta a potenziali investitori
  • Il Ceo Miguel Fernandez: “Abbiamo intrapreso un percorso per rivoluzionare l'attività dell'azienda e sanare la posizione di capitale e liquidità”
Tenuta un po’ meno stagna
(Keystone)
16 aprile 2023
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Tupperware, la storica azienda statunitense di contenitori ermetici per cibi, è in crisi di liquidità e sta cercando capitali freschi per sopravvivere.

Il management ha ingaggiato consulenti finanziari "per aiutare a migliorare la struttura di capitale" e sgombrare il campo dai dubbi sull'effettiva continuità operativa. Sull'azienda – riferisce Bloomberg – grava un debito di quasi 700 milioni di dollari e ora Tupperware è a caccia di potenziali investitori o partner finanziari e sta valutando di mettere mano al patrimonio immobiliare per reperire liquidità.

Il Ceo Miguel Fernandez ha assicurato che Tupperware "ha intrapreso un percorso" per rivoluzionare l'attività dell'azienda e sanare la posizione di capitale e liquidità. "L'azienda sta facendo tutto ciò che è in suo potere per attenuare gli impatti dei recenti eventi – ha detto – e stiamo prendendo provvedimenti immediati per cercare finanziamenti aggiuntivi e affrontare la nostra posizione finanziaria". Non è la prima volta che Tupperware finisce nei guai e già nel 2020 aveva accusato gravi difficoltà rivelando quanto ormai quel sistema di business non fosse più al passo con i tempi.

Fondata quasi 80 anni fa, nel 1946 da Earl Tupper, aveva rivoluzionato il mercato degli articoli per la cucina soprattutto con i contenitori ermetici e scommesso sulla fidelizzazione dei clienti con la formula delle ‘riunioni a casa’ fra amiche con i venditori. Un'altra epoca. E oggi, nell'era dell'e-commerce, quel sistema è improponibile alle nuove generazioni. Da qui il calo di fatturato e l'aumento dei debiti. Neanche l'accordo con la rete di grande distribuzione Target è riuscita a risollevare le sorti e nell'ultimo scorcio del 2022 le vendite hanno accusato un ribasso del 20 per cento.

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