Estero

Gli Usa riaprono le frontiere ai vaccinati: boom agli aeroporti

Revocato il ‘travel ban’ introdotto da Donald Trump e confermato da Joe Biden. Ma per entrare negli States anche tampone e contact tracing

La riapertura delle frontiere è una boccata di ossigeno per il settore dell’aviazione
(Keystone)
8 novembre 2021
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Lunghe code alle dogane, famiglie impazienti di essere riunite. Gli Stati Uniti hanno oggi hanno riaperto le loro frontiere ai viaggiatori dal Messico, dal Canada e dall’Europa, purché vaccinati contro il coronavirus. Si è dunque chiuso un periodo di venti mesi di restrizioni, non molto ben vissute dal resto del mondo.

Il cosiddetto “travel ban” imposto dall’ex presidente Donald Trump a inizio 2020, e confermato dal successore Joe Biden, ha separato famiglie, perturbato le relazioni d’affari e contrariato i piani personali, diventando così l’emblema dei cambiamenti provocati dalla pandemia.

Aumento dei voli

In totale, 3’688 voli sono previsti tra la Gran Bretagna e gli Usa in novembre: il 21% in più di ottobre, ma ancora il 49% in meno rispetto a prima della pandemia.

Le compagnie aeree hanno incrementato il numero di voli transoceanici e utilizzeranno aerei più grandi. L’abolizione di queste restrizioni è una vera e propria boccata di ossigeno per il settore.

Oltre trenta Paesi sono toccati dalla cancellazione del “travel ban”. L’entrata su suolo statunitense non è comunque totalmente priva di vincoli e i viaggiatori saranno sorvegliati.

A chi arriverà per via aerea, gli Usa chiederanno una prova della vaccinazione, un test eseguito al massimo tre giorni prima della partenza e la messa in atto, da parte delle compagnie aeree, di un sistema di tracciamento.

Le restrizioni saranno invece tolte in due tappe, per quanto concerne le entrate via terra. L’obbligo vaccinale varrà per tutti i visitatori solamente da gennaio, a prescindere dal motivo di entrata nel Paese.

Stando alle autorità sanitarie americane, tutti i vaccini approvati dal’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) saranno accettati: quindi, per ora, quelli di AstraZeneca, Johnson & Johnson, Moderna, Pfizer/BioNTech, l’indiano Covaxin, così come i preparati cinesi omologati d’urgenza Sinopharm e Sinovac.

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